Foroni: «I risultati devastanti di Monti»

«Leggendo i dati relativi ai risultati dopo un anno di governo Monti, mai come oggi diventa d’attualità l’importanza del federalismo fiscale e del principio dei costi standard, bloccati peraltro proprio dall’attuale governo, nonché della necessità di responsabilizzare gli amministratori locali sulle spese delle risorse territoriali». Così commenta il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, i dati relativi al bilancio di un anno di governo tecnico riportati oggi da tutti i media nazionali.

«Il governo Monti - attacca l’esponente leghista - ha prodotto risultati devastanti. Ha tagliato indiscriminatamente risorse senza andare a colpire gli sprechi, sottraendole alle zone più produttive del Paese che mai come oggi necessiterebbero d’investimenti, sostegni a imprese e famiglie, rilancio dell’occupazione e ammodernizzazione delle infrastrutture. Gli interventi messi in atto, hanno realizzato conseguenze negative verso le nostre economie, lodigiana e lombarda, le più produttive del Paese e d’Europa. I tagli che gli enti locali stanno subendo, in primis le Province, vanno a togliere risorse indispensabili per servizi ai cittadini. Il bilancio della Provincia di Lodi per l’anno 2011 è coperto da trasferimenti statali solo per il 6.11%. E per il 2012 andrà ancora peggio, perché la copertura del bilancio scenderà addirittura a 1,84%. La differenza dovrà essere colmata da entrate della Provincia, le più di natura tributaria. Questo è il risultato degli effetti del Decreto Legge 6 luglio 2012 n. 95, che taglia di ulteriori 415 milioni di euro i trasferimenti rispetto alla sforbiciata fatta dal precedente Decreto Legge n. 201 del 2011, trasferimenti, questi, già ridotti per effetto del decreto del 13 marzo 2012 di 300 milioni di euro per l’anno 2011 e di 500 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012».

«Il bilancio dopo un anno di governo Monti - continua Foroni - è fallimentare e non giustificabile da ogni punto di vista. Un anno di governo sarebbe stato un lasso di tempo più che sufficiente per fermare l’emorragia in corso in buona parte del Paese, se fossero state adottate corrette politiche d’intervento a sostegno di quello che funzionava, correggendo e prendendo provvedimenti dove, invece, si continuano a sprecare risorse. Vorrei citare alcuni dati “Eurostat” degli effetti prodotti nell’ultimo anno: il Pil italiano è sette volte peggio di un anno fa rispetto alla media dell’area dell’euro. L’inflazione è cresciuta di un punto e mezzo percentuale ed è più che triplicata la distanza dagli altri paesi Ue. Il rapporto fra debito e Pil è peggiorato di quasi quattro punti percentuali ed è peggiorato di due punti anche rispetto alla media degli altri 16 Paesi europei. La disoccupazione è cresciuta di 2,7 punti percentuali portando in negativo l’unico indicatore che rendeva l’Italia virtuosa rispetto alla media Ue. La produzione industriale è caduta in nove mesi di 3,7 punti e anche qui si è allargata di due punti la distanza rispetto alla media dell’eurozona. Oggi, Bankitalia lancia un grido d’allarme, dichiarando che a settembre si è sfiorato i duemila miliardi di debito pubblico, esattamente 1.995,1 miliardi nonostante l’aumento di 2,6% nei primi nove mesi 2012 delle entrate tributarie, pari a 280 miliardi di euro in più. Eppure, economisti più attenti avevano avvisato degli effetti che avrebbero potuto produrre sui consumi politiche fiscali eccessive. Oggi, purtroppo, le previsioni si sono confermate e l’aumento degli interessi sul debito pubblico stanno erodendo le maggiori entrate fiscali, che a loro volta hanno schiacciato la nostra economia e le nostre imprese».

«Il Governo - conclude Foroni - in questo gravissimo scenario, ha preferito continuare a colpire indiscriminatamente, sottraendo mezzi essenziali a territori virtuosi e competitivi come il nostro, per andare a risanare i conti di enti del Sud che proseguiranno a sprecare le nostre risorse, dato che, esattamente come ha recentemente dichiarato il Ministro Giarda, continueranno nelle loro azioni d’irresponsabilità finanziaria sapendo che il pagatore ultimo è sempre lo stato e, con esso i cittadini lodigiani, lombardi e di tutto il nord produttivo. E questo è veramente troppo!».

© RIPRODUZIONE RISERVATA