«Entro oggi nel solco della Chiesa laudense»

Ad accogliere in cattedrale il nuovo vescovo sono stati

il metropolita di Milano Scola e il cardinal Sandri:

«Camminerai con decisione, franchezza e coraggio»

Due braccia alzate a salutare la piazza, laggiù fino in fondo, mentre arriva a piedi dal Broletto. Poi sulla soglia della Cattedrale sosta in ginocchio, la luce del pomeriggio che entra in duomo, e appena oltre l'ingresso lo attendono i Canonici. Prega in silenzio, monsignor Maurizio Malvestiti. Inginocchiato sulla soglia della Cattedrale di Lodi. Poi un cenno del capo e monsignor Piero Bernazzani, presidente del Capitolo, gli porge il crocifisso per il bacio.

Gremitissima come non mai la Cattedrale, e ancora monsignor Malvestiti alza le braccia, fa cenni anche ai più lontani. Torna in processione con i cardinali e i vescovi arrivati per lui e saluta i sacerdoti in carrozzina.

Eccolo, il Vescovo Maurizio. Finalmente siede di fronte all'altare, dove ci sono il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliare emerito di Bergamo, i vescovi emeriti di Lodi monsignor Giacomo Capuzzi, di La Spezia monsignor Nino Staffieri, di Vigevano monsignor Claudio Baggini, di Siena monsignor Gaetano Bonicelli. E ancora, in Cattedrale, numerosissimi sacerdoti lodigiani e bergamaschi, i rappresentanti delle Chiese Orientali, della Chiesa greco cattolica romena di Milano e Crema e degli italo albanesi di Milano. «Abbiamo già intuito la portata del suo motto "In silentio et spe" - ha detto monsignor Passerini -. La nostra speranza e augurio è che sostenuto dallo Spirito e dalla collaborazione di tutti, lei non abbia timore ad essere semplicemente se stesso, contento di piacere al Signore come già piace alla Chiesa che l'accoglie a braccia aperte. Benvenuto Vescovo Maurizio».

Monsignor Gabriele Bernardelli ha dato lettura del decreto di Papa Francesco. E il metropolita Angelo Scola ha affermato: «Carissimo Vescovo Maurizio, ringraziamo il tuo predecessore e accogliamo te giovane Vescovo». Un sorriso divertito di monsignor Malvestiti alla parola “giovane” e Scola ha continuato: «Questo popolo già ti vuole bene e ha imparato a conoscerti. Saprai camminare con delicata decisione, franchezza e coraggio». E ha dichiarato: «Da questo momento il vescovo Maurizio Malvestiti è pastore della santa Chiesa di Lodi». Un segno di croce sul volto serio, il Vescovo Maurizio è così salito sull'altare, accolto dall'applauso di migliaia di presenti, lodigiani, amici di Marne e Bergamo, la sua famiglia con quattro fratelli e tre sorelle. La Cappella Musicale ha eseguito per la prima volta "In silentio et spe", il motto episcopale musicato da don Piero Panzetti. «Ho bisogno della vostra costante preghiera perché la fortezza che scaturisce dall'abbandono confidente in Dio mi sia concessa giorno dopo giorno - ha detto il nuovo Vescovo nell'omelia-. Cristo, poiché vi ama, mi ha mandato: questo è il mio unico titolo di cittadinanza tra voi che siete divenuti miei».

Ha poi fatto riferimento al Buon Pastore e citato Giovanni XXIII nel discorso dell'11 ottobre 1962 (proprio lo scorso 11 ottobre monsignor Malvestiti è divenuto vescovo in San Pietro): «Cari fratelli e sorelle, entro oggi nel solco della Chiesa laudense. Il cardinale Sandri, che mi ha ordinato, mi fa sentire vicino a Papa Francesco e alle antiche Chiese d'Oriente, le cui sofferenze rendono ancora più prezioso il loro patrimonio spirituale per tutta la Chiesa». Poi un pensiero alle parrocchie lodigiane, alle famiglie, ai reclusi. «Il nuovo Vescovo intende farsi servo di tutti». Infine le prime disposizioni con le conferme degli incarichi di Curia e realtà diocesane. «Il Papa ha dato a Lodi un grande regalo come vescovo, vostro padre e pastor», ha detto il cardinale Sandri. Mentre monsignor Malvestiti ha concluso: «Ho visto tanti bambini e i ragazzi di Lodi. Sono la nostra primavera».

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