È lotta per l’autonomia scolastica

La scuola e il Lodigiano, ovvero... prove tecniche di resistenza e autonomia. Perché nel giorno in cui il governo comincia a scavare la fossa alle province, basta l’ordinaria amministrazione per dimostrare come il legame del territorio con i suoi servizi resti un’esigenza fondamentale. Per tutti, tanto che attorno all’ordine del giorno presentato da Mauro Soldati del Pd sul ridimensionamento dell’ufficio scolastico provinciale i gruppi consiliari a palazzo San Cristoforo fanno squadra. Perché perdere questa indipendenza, ancor più nel “day after” dell’annuncio-resa del provveditore Bonelli, è per Soldati un esempio eloquente di quanto «la lontananza dal territorio» comporti «pesi amministativi», nonché preoccupazioni per i comuni più piccoli; allarmi che il leghista Alfredo Ferrari raccoglie e condivide, lieto di dare «segnali sull’utilità di un ente intermedio» come la Provincia, e spaventato dall’idea che «a cascata» dopo il provveditorato il Lodigiano perda anche le direzioni didattiche. Uniti, dunque, anche dopo l’accorato appello con il quale l’assessore all’ambiente Elena Maiocchi, insegnante in una scuola privata «ma altrimenti precaria» invita alla battaglia coesa per salvare tanti posti di lavoro, «perché se verremo accorpati il precariato aumenterà esponenzialmente»; tanto che al voto, compatto, passa anche l’emendamento proposto da Lino Osvaldo Felissari, che contro il «primo atto di sgretolamento del territorio» raccoglie l’assist di Soldati e tira in ballo la Regione, quella che in attesa di rimanere l’unico “vecchio” referente dei territori già oggi con la legge 19/2006 «può avocare a sé la riorganizzazione degli uffici provinciali». All’unanimità il consiglio aveva già approvato l’ordine del giorno “bipartisan” presentato da Soldati e da Ferrari per continuare a sostenere i programmi a favore dei disabili intellettivi, compreso l’emendamento di Livio Bossi (Pdl) sull’adesione al più ampio piano regionale in materia. Promossa anche la variazione di bilancio con la quale la Provincia gira dalla Regione a Sisa 387mila euro per le maggiori spese di trasporto causate dal crollo del ponte di San Rocco (con relativo allungamento dei percorsi) e di quasi 185mila euro per l’acquisto di due autobus.

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