
Come l’anno scorso Lodi è ancora nelle posizioni di vertice della classifica dei debiti delle famiglie con una cifra media pari a 27mila 479 euro per ogni nucleo, che è nettamente superiore all’indebitamento medio nazionale che proprio quest’anno ha superato i 19.000 euro. È la stima della Cgia di Mestre riferita al 31 dicembre 2010. Rispetto al dicembre 2009, l’indebitamento medio nazionale - causato dall’accensione di mutui per l’acquisto della casa, dai prestiti per l’acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili - è cresciuto in termini assoluti di 3.268 euro, segno che gli effetti della crisi si fanno sentire soprattutto sui bilanci delle famiglie italiane. A livello provinciale le difficoltà maggiori sono a carico delle famiglie residenti in Provincia di Roma (debito pari a 27.727 euro), seguite da quelle di Lodi e da quelle di Milano (27.241 euro). Al quarto posto troviamo la provincia di Prato (25.912 euro), al quinto Varese (25.085 euro) e al sesto Como (24.608 euro). A vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari, sono le famiglie del profondo Sud: in coda alla classifica nazionale troviamo Agrigento (8.983 euro), Enna (8.399 euro) e, all’ultimo gradino della graduatoria, la provincia sarda dell’Ogliastra (7.952 euro).«Tendenzialmente - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - la maggiore incidenza del debito sul reddito la ritroviamo tra i nuclei famigliari con possibilità economiche medio-basse. È chiaro che con il perdurare della crisi economica questa situazione non tende a migliorare. Non dimentichiamo, inoltre, che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Con la contrazione dei prestiti effettuati dalle banche in questi ultimi anni, ho l’impressione che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda sempre di più e non solo nel Mezzogiorno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA