Da tutto il mondo arrivano i discendenti

dei Villa di Lodi

Una spilla rotonda appuntata sul petto e recante il cognome Villa, e sotto il nome proprio di ciascuno: da Australia, Francia, Spagna e Italia la famiglia Villa si è ritrovata così sabato poco prima delle 20 davanti al duomo di Lodi. Baci e abbracci e nomi ripetuti con accenti diversi, per più di trenta cugini da due continenti, alcuni che si incontravano per la prima volta, altri invece già da tempo – è il caso di dirlo – più familiari. Sì, perché quei due sposi nati rispettivamente a Milano e Villanova negli anni dell’unità d’Italia, Enrico Villa e Rosa Rancati, diedero alla luce alcuni figli che emigrarono appunto in Australia e Francia, come Attilio e Arturo, mentre altri rimasero in Italia, come Mario e Maria. «In questi giorni siamo stati a Gorno e Oneta, in provincia di Bergamo, e poi a Villanova, paesi che fanno parte della nostra storia», spiega in inglese John Boyland che viene da Kulikup, Australia. Dirigente scolastico in pensione, John è nipote di quell’Attilio Villa che nel 1912, a 18 anni, emigrò in Australia e là, dove era chiamato Arthur, fece il minatore, morendo poi di silicosi nel 1946. John è anche la persona che anni fa scrisse a un giornale di Milano facendo pubblicare in prima pagina la foto degli antenati e annunciando: “Ci sono dei parenti?”. Dice Loredana Codazzi, del ramo lodigiano dei Villa così come Isabella Gorni: «Quando ci siamo conosciuti abbiamo messo insieme le foto e compreso la storia di tutti».E mentre davanti al duomo di Lodi arrivano altri parenti con l’inconfondibile spilla, anche Vicki e Bernard raccontano di essere arrivati dall’Australia, precisamente da Perth: «Le nostre mamme erano le figlie di Attilio, oggi noi siamo qui con figli e nipoti, che sono le tre giovani pronipoti di Attilio Villa». Aggiunge Vicky: «Siamo stati accolti in modo così caloroso e amichevole, siamo contentissimi».Lingue diverse si incontrano. Dalla Francia arriva George, insegnante in pensione di francese, latino e greco. «Sono l’unico figlio di Arturo Angelo Luigi Villa, nato ad Oneta nel 1903 – testimonia in francese -. Vengo da Aurillac e sono qui con mia moglie e i miei due figli, Fabrice che adesso lavora e vive a Barcellona e Arnaud che vive vicino a Lione». E la nipotina di George, Lila Villa, quattro anni e mezzo, è anche la più piccola a portare il cognome degli avi, non soltanto in Francia ma anche tra tutti i discendenti arrivati sabato a Lodi. “Mio padre è mancato nel 1966 e non ho avuto il tempo di chiedergli perché è emigrato – racconta ancora George Villa -. In Francia dipingeva gli interni delle case. L’ho raccontato anche in un libro, “Chronique d’une famille italo–auvergnate””.E mentre continuano i saluti tra i parenti ritrovati, ci si prepara: attraverso il centro storico il gruppo raggiungerà la casotta di “Nüm del Burgh” per una cena con menu tipico lodigiano. Luisella Villa, sorella di Daniela dell’Erbolario, fa da guida: «Villa Family, ci siamo!». E al «Cittadino» davanti al duomo di Lodi, tutti insieme regalano il saluto di una famiglia internazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA