Da Casale al Sol Levante per la laurea

Sabrina Migliorini, che attualmente lavora a Tokyo, ha discusso una tesi in Sociologia

La laurea è un momento importante per tutti, ma se ci si laurea in un altro continente, con una pandemia in corso, è tutta un’altra storia. Come quella di Sabrina Migliorini, 24enne di Casale, che oggi si laurea in Sociologia, con una tesi sulla condizione delle donne in Giappone, alla Ritsumeikan Asia Pacific University, nella città di Beppu, in Kyushu (regione a sud del Giappone). «La discussione si è tenuta a porte chiuse a giugno e la proclamazione sarà online - racconta -. Questo weekend, poi, tornerò a Beppu per festeggiare almeno con i miei amici, dato che la situazione sanitaria non ha permesso alla mia famiglia di raggiungermi». Parla di tornare perché attualmente si trova a Tokyo, dove ha trovato lavoro nel campo delle risorse umane.

Diplomatasi al liceo scientifico del Cesaris, si è poi laureata in giapponese all’Università Ca’ Foscari di Venezia ed infine si è trasferita nel Paese del Sol Levante per la laurea magistrale. «Ho scelto il giapponese perché volevo studiare una lingua “strana”, ma il vero amore per il Giappone è scattato durante l’Università, tanto che, grazie a una borsa di studio, ho trascorso un semestre in quella che sarebbe diventata la mia futura Università». Alla Ritsumeikan, infatti, dopo aver appreso del suo interesse a rimanere, le hanno offerto una borsa di studio di merito per studenti internazionali. «Ho dovuto fare solo un colloquio per definire il mio argomento di ricerca per la tesi, che va deciso all’inizio, a differenza dell’Italia»

La scelta è ricaduta su sociologia perché «è la cosa è più si avvicina ai miei studi precedenti e alla mia personalità. Ho sempre amato studiare lingue e culture diverse e mi hanno sempre interessato le persone e la società. Mi piace comunicare, conoscere gente nuova». Ed è probabilmente questa sua indole a permetterle di parlare con una naturalezza disarmante di un’esperienza decisamente fuori dall’ordinario.

«Ho deciso di trasferirmi quando ho capito che per imparare davvero la lingua avrei dovuto vivere nel Paese in cui si parla - racconta Sabrina -. Mi sono detta: “Io devo andare lì, sennò non la imparo come si deve”. Anche perché non si tratta solo della lingua, ma anche di comprendere la società e tutto ciò che ci sta intorno, per poterla parlare davvero bene». E la strategia ha funzionato, perché sul lavoro parla l’80 per cento del tempo in giapponese (il restante in inglese) e lo utilizza anche con gli amici. «Ci sono ancora delle circostanze in cui mi capita di trovarmi in difficoltà - racconta -, perché si utilizzano linguaggi diversi a seconda del livello di confidenza che si ha con l’interlocutore e nelle situazioni formali a volte ho qualche difficoltà. Anche perché l’Università l’ho fatta in inglese e tutto ciò che ho appreso è stato dall’esterno».

Il Giappone ormai è il suo paese e confessa di non sentire particolarmente la mancanza dell’Italia. «Da studentessa tornavo una o due volte all’anno, mentre quest’anno, tra il lavoro e il coronavirus, non l’ho fatto e ho sentito un po’ di nostalgia, ma non ho mai avuto momenti di grande sconforto. Sento spessissimo la mia famiglia e gli amici e questo mi aiuta tanto e mi fa stare più tranquilla. Se sarà possibile vorrei tornare per Natale». Per quanto riguarda il futuro, Sabrina ha in programma di rimanere in Giappone ancora per qualche anno, «poi chissà!» Di sicuro, le premesse per un brillante avvenire ci sono tutte, come sa bene la sua famiglia, che da Casale gli fa costantemente arrivare il suo supporto e oggi le congratulazioni per un traguardo così speciale.

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