«Contrario alle decisioni calate dall’alto»

Il sindaco di Cornovecchio: «Devono essere i cittadini a decidere»

Giuseppe Bragalini fatica a smaltire la rabbia: anche se dopo il vertice ad Arcore di ieri il governo ha fatto dietro front sui piccoli Comuni, il sindaco di Cornovecchio si dichiara «profondamente deluso dal comportamento di tutte le parti politiche», ree di aver dato l’avallo a una «manovra anticostituzionale che ci riporta agli anni Venti, quando tutto si decideva a Roma e ti cadeva in testa dall’alto». Alla fine l’accorpamento dei piccoli centri non ci sarà, ma intanto in terra lodigiana la bomba di Ferragosto era già esplosa, facendo tremare i polsi a sette Comuni e alla Provincia. «Aspettare il mese di agosto per prendere una decisione di questa portata è un atto di vigliaccheria - prosegue Bragalini - un modo per distruggere il nostro Paese senza fare troppo rumore. Cancellare i piccoli Comuni significa cancellare pezzi della nostra storia: anche Cornovecchio ne ha una millenaria».

Fondato in epoca antica, il borgo di Cornovecchio si è trasformato nel tempo fino ad assumere la sua fisionomia attuale: duecento abitanti, età media della popolazione in crescita, curva demografica in discesa da una cinquantina d’anni. Un centro già di per sé a rischio evaporazione, che tuttavia continua a lottare tenacemente per non scomparire dalla toponomastica lodigiana, affrontando sacrifici per garantire ai suoi cittadini i servizi base offerti dai Comuni più grandi. «Come tutti i piccoli paesi siamo in difficoltà dal punto di vista economico - ammette il sindaco - abbiamo anche un mutuo da estinguere. Se però non lo avessimo acceso non saremmo mai riusciti a realizzare il nostro fiore all’occhiello, un asilo nido per bambini fino ai tre anni dotato di piscina per acquamotricità, convenzionato con il nostro Comune e altre nove municipalità del territorio. Ma questo non è l’unico servizio che ci vede consorziati con i comuni limitrofi: l’operatore addetto alla raccolta del verde è lo stesso di Maccastorna, i nostri rifiuti vengono conferiti a Maleo, abbiamo in comune con altri anche la segreteria comunale. Come vede facciamo di tutto per ottimizzare le spese. Anche rinunciare da cinque anni al gettone di presenza. Tutti. Sindaco, maggioranza e opposizione».

Giuseppe Bragalini ha cominciato da pochi mesi il suo secondo mandato: rieletto a maggio 2011 con una lista civica di centrosinistra, è particolarmente critico con il governo, soprattutto con la sua componente leghista: «Questa manovra è una contraddizione in termini di quell’attenzione alle autonomie locali tanto sbandierata dalla Lega. I sindaci di questo schieramento farebbero bene a riconsegnare la tessera al partito». Perché favorire l’autonomia locale, per Bragalini, significa ben altro: non intervenire dall’alto con ingiunzioni di accorpamento, ma «domandare ai cittadini che cosa ne pensano, chiedere loro, per esempio con un referendum, se e con chi si vorrebbero accorpare». L’ipotesi cancellazione non sarebbe da scartare in partenza dunque, basta che a sollevarla siano i cittadini e non lo Stato, sempre a patto che non si vada a ledere qualche principio costituzionale. E la cancellazione di un Comune , spiega Bragalini, la Costituzione la viola eccome: «Mi ricordo benissimo ai tempi di Pertini, quando Maccastorna voleva accorparsi a Castelnuovo Bocca d’Adda: il presidente non firmò il decreto, disse che andava contro la Costituzione. Valeva per Maccastorna come per Cornovecchio. Perché mai, oggi, le cose dovrebbero essere cambiate?».

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