Confronto al Serenella:

sfiorata più volte la rissa

tra i fan del Pd e Toni

Ventiquattro mesi dopo, sotto gli alberi del parco Serenella, a San Giuliano le scene si ripetono. Otto candidati sindaci, lo stesso numero di allora, si sottopongono al tradizionale “microfono aperto” che il Comitato del vivace quartiere fa girare tra simboli e partiti. Ma la città non è più la stessa. Di mezzo c’è stata Genia con il suo brusco risveglio; c’è il biennio di Gina Greco; c’è un commissario che ancora regge il comune e c’è infine un tabellone elettorale, già affisso nelle strade, dove le alleanze sono parecchio cambiate. L’atmosfera da passaggio cruciale si è decisamente toccata con mano anche ieri. Non è stato certo il classico giro di domande da appisolamento in politichese, favorito dalla canicola. Dalla platea i promotori della lista “Vivi Bene San Giuliano” - la principale lista per l’ex sindaco Marco Toni - hanno innalzato cartelli che recitavano “Si agli onesti, no al disonesto”, alludendo a consulenze d’oro che negli ultimi mesi sarebbero andate ad un esponente del Partito Democratico «escluso dal consiglio provinciale ». L’ostentazione degli slogan ha prodotto una sorta di corpo a corpo minaccioso nel quale sono apparsi anche un paio di carabinieri. Fischi, urla, contestazioni, applausi ironici hanno peraltro accompagnato l’intera tavola rotonda, a modo loro rendendo partecipato il confronto. Il Comitato Serenella in apertura ha sottoposto a tutti il suo manifesto 2011, chiedendo come prima cosa l’istituzione del «referente comunale di quartiere» come intermediario fra palazzo e grande San Giuliano. Poi, via alle parole dei candidati, che hanno cercato ciascuno di distinguere la propria formula politica. Massimo Molteni (Sel-Federazione Sinistra-La città che sale): «Occorre ripartire dall’approvazione del Pgt, il Piano di governo del territorio, che è il documento cardine di ogni scenario amministrativo». Maurizio Broccanello (Popolo della Libertà-Città Nuova): «Rompere l’isolamento di San Giuliano. Questa è una città dove il “palazzo” fa troppo e la società civile poco; ed è una città che non dialoga con regione, provincia e comuni attorno». Marco Toni (Vivi Bene la Città- San Giuliano Democratica-Cives): «Rileggere in modo equo la storia di Genia evidenziando che i suoi debiti non c’entrano nulla con quelli comunali. Subito ridurre le tariffe impostate dal commissario sui servizi scolastici. Più autonomia a Sesto Ulteriano e Civesio». Alessandro Lorenzano (Partito Democratico- Il Centro- Psi- Italia dei Valori): «Altro che revisionismi. Gina Greco si è trovata cinque bilanci falsi, alterati, dal 2005 al 2009. Il centrosinistra che ha fatto i conti col passato è il nostro». Giorgio Salvo (Lista Cinque Stelle): «Guardatevi attorno e chiedetevi come ci siamo ridotti, a una politica fatta “per fazioni”. Date un voto a noi per il cambiamento sicuro e per la fine della partitocrazia che occupava Genia». Giovanna Bugada (Fare Bene la Città): «Fate attenzione a chi vi dice che «le strade non sono né di destra né di sinistra. Invece si possono fare buone o pessime politiche anche sulle strade e i marciapiedi». Sergio Borsato (Partito Comunista dei lavoratori): «Dovete votare per l’unica alternativa fra una destra che mette i poveri uno contro l’altro, e una sinistra non degna di questo nome, che ha portato solo debiti e ipermercati ». Stefano Dornetti (Lega Nord): «La classe politica del 2009, quella che votò deliberatamente lo sforamento del patto di stabilità, l’avete tutta ancora in corsa, nelle liste di centrosinistra. Se volete sicurezza e una città decente, votate Lega».

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