Campi in sofferenza per il gelo

Allarme della Coldiretti: «Difficile andare avanti così»

Il “generale inverno” rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura lodigiana. Per il mondo dei campi, le temperature polari degli ultimi giorni stanno diventando un serio problema. Per scaldare stalle e allevamenti, la spesa del gasolio è infatti salita alle stelle. E il gelo sta mettendo a dura prova la tenuta delle serre. «Questo freddo molto rigido, ampiamente al di sotto delle medie stagionali, sta creando grossi disagi in diverse aziende del settore, costrette a misurarsi con temperature sotto lo zero - spiega Carlo Franciosi, presidente di Coldiretti Milano e Lodi - se dovesse continuare così, per noi gli sforzi da fare sarebbero davvero impegnativi».

Sono stati stimati danni davvero ingenti nella filiera agroalimentare anche nel territorio. Per Coldiretti tutto dipende dalle difficoltà nei trasporti, per le strade in questi giorni invase da neve e ghiacci, che hanno rallentato la consegna in Lombardia di tonnellate di frutta, verdura, uova, latte fresco e altri prodotti deperibili. In più ci sono le conseguenze provocate dal grande gelo, con mucche e maiali che corrono il pericolo di rimanere senza acqua per i guasti alle tubazioni, con abbeveratoi che spesso si ghiacciano e tubi dell’acqua fuori uso.

«C’è poi la questione dei costi, che non è da sottovalutare, visto che gli animali vanno tenuti al caldo, con una grande produzione di riscaldamento - prosegue Franciosi - la speranza è quindi quella che al più presto si allenti questa morsa del freddo. L’importante è che le temperature ritornino ad essere in linea con i livelli stagionali di febbraio».

Coldiretti ha stimato che nelle aziende di suini la spesa, dovuta al clima “polare”, è aumentata in misura considerevole. In particolare negli allevamenti i costi del gasolio da riscaldamento sono saliti del 50 per cento e in alcuni casi sono addirittura raddoppiati, passando dai 300 litri al giorno dello stesso periodo dell’anno scorso ai 500 litri al giorno di questa ultima settimana. «Una cosa così non l’ho mai vista e speriamo che finisca presto perché sta diventando davvero pesante - spiega Marco Lunati, allevatore di suini a Mairago - c’è la caldaia che continua ad andare e non si ferma mai, anche perché dove ci sono i suinetti post svezzamento bisogna tenere i 29 gradi e dove ci sono quelli da 30 chili si deve in ogni caso restare sui 25 gradi. Rispetto alla temperatura esterna, c’è quindi una differenza di temperatura di quasi 40 gradi, con un consumo notevole di energia. Senza contare il 20 per cento in più di razione alimentare per gli adulti che così possono affrontare meglio i rigori di questo inverno. Se va avanti così non so quanto potremo resistere».

Difficili sono infine le condizioni delle serre, che per resistere al ghiaccio e alla neve, e salvare così le diverse colture, devono fare sforzi per scaldare il più possibile gli ambienti, sperando che l’inverno allenti progressivamente la presa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA