«Campi di mais bruciati dalla siccità»

«Non credo servano grandi discorsi per mostrare la differenza tra la resa di un campo di mais che è stato correttamente irrigato e quella di un campo dove purtroppo non siamo riusciti a garantire la giusta quantità d’acqua. Basta guardare le piante: da una parte quelle arse e stremate nel campo non irrigato, dall’altra quelle rigogliose e ancora di un bel verde del campo irrigato. Il confronto tra le pannocchie mostra tutta l’entità del danno che subiamo: la pianta che ha sofferto la sete dà una pannocchia piccola, irregolare, povera, completamente diversa dalla pannocchia – grande, sana, perfetta – che ricaviamo dal terreno dove siamo riusciti a dare l’acqua - spiega Giuseppe Olivieri, allevatore e produttore di mais di Grontardo (Cremona) - Purtroppo, a causa della carenza d’acqua, abbiamo dovuto fare una scelta: alcuni campi sono stati irrigati adeguatamente, considerato anche il fatto che, con queste temperature, abbiamo dovuto procedere ad un numero di irrigazioni superiore rispetto agli scorsi anni. Non avendo acqua a sufficienza, abbiamo dovuto abbandonare altri campi e in quelli che non hanno avuto l’irrigazione, la perdita è enorme, fino all’80% del raccolto».

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