Camici bianchi, la sfida è aperta

Continua senza sosta la sfida per dare la scalata alla classifica del nostro concorso riservato quest’estate ai medici e agli infermieri del Lodigiano e del Sudmilano.

Dietro alla dottoressa Annamaria Ravizza, della “Casa di Riposo Zoncada” e al dottor Eduardo Quaranta, dell’Ospedale di Sant’Angelo, che mantengono la posizione e tengono stretto il primo e il secondo posto, ora c’è il dottor Carlo Pezzi, di Somaglia, che dal quinto posto della settimana scorsa sale ora sul podio, alla terza piazza.

Guadagna ben quattro scalini, invece, il dottor Giuseppe Peragine, medico della “Casa di Riposo Santa Chiara”, ora al settimo posto.

Incredibile ascesa anche quella ottenuta dal dottor Francesco Pierini, di Lodi, passato dal sedicesimo all’ottavo posto in soli sette giorni.

Spazio ora alle impressioni dei protagonisti di questo avvincente concorso: “Mi sono laureato nel 1980, ho fatto il tirocinio ospedaliero e dall’85 sono medico di base”, racconta il dottor Elio Croce, di Lodi, anche lui ottimamente piazzato: “La dote più importante per un medico di base è la pazienza, dato che ogni giorno ci si trova ad affrontare molte persone con diverse problematiche. Sono necessari ovviamente anche l’intuito e la preparazione scientifica. Grazie alla mia pazienza sto avendo, a quanto pare, un notevole successo nel concorso e mi sono guadagnato una buona fama come medico”.

La stessa ricetta per il successo viene proposta dalla neo-laureata Giada Frigè, infermiera dell’Ospedale di Codogno, attualmente in quinta posizione: “Mi sono laureata a novembre 2014, poi dal gennaio 2015 ho iniziato ad esercitare la mia professione, prima nell’Ospedale di Lodi, in ginecologia, e ora qui a Codogno. Sono sempre stata attratta da questo lavoro, soprattutto per il rapporto umano che si costruisce giorno dopo giorno con persone sempre diverse. Proprio per questo, a mio parere, fare l’infermiere è molto più stimolante che starsene dietro una scrivania. La passione e la pazienza sono le due doti fondamentali per lavorare bene con i pazienti, per gestire bene il rapporto con i medici, invece, serve innanzitutto il rispetto reciproco, e poi il giusto feeling”. L’empatia è invece l’elemento fondamentale per la dottoressa Silvana Repetto, medico del 118 e Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lodi: “Mi sono laureata nel luglio del 1980, a Genova. Ho lavorato per il Policlinico di Milano, specializzandomi in “Chirurgia d’urgenza e di Pronto Soccorso”, sono arrivata a Lodi nell’89 come assistente di chirurgia e dal ’98 sono stata a servizio del 118 nella Centrale Operativa, ora chiusa a seguito dei tagli dei fondi per la sanità della Regione Lombardia, e sui mezzi di soccorso. Mi sono infine specializzata a Parma in “Anestesia e Rianimazione” e dal 2012, dopo la chiusura della Centrale Operativa, svolgo turni di lavoro sull’automedica e in Pronto Soccorso, grazie a un progetto di integrazione tra Pronto Soccorso e servizi extra-ospedalieri (118). L’approccio migliore, secondo me, per relazionarsi ad un paziente, oltre alla cura o all’operazione in sé, è cercare di costruirci un buon rapporto, mostrandosi disponibile e immedesimandosi nella persona che si sta curando”.

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