«Bisogna arrestare il qualunquismo...»

«Bisogna arrestare il qualunquismo, che appaia destra e sinistra come se tutti fossero uguali». Alla luce di quarant’anni di militanza socialista, le derive antipolitiche odierne sono ciò che più spaventa Luigi Fusto, candidato a palazzo Lombardia per il Psi, formazione che nel 2010 ha riscosso 13.400 preferenze, pari al 0.31%. Artigiano di mestiere, specializzato nella decorazione d’interni, è residente a Vizzolo Predabissi e consigliere comunale nell’assise cittadina. Tiene alti i colori di quello che chiama «il glorioso partito socialista», convinto che «diamo fastidio a certi partiti che si stanno impossessando del riformismo socialista, di cui c’è un immane bisogno».

Militante a livello locale dagli anni 70, ora per la prima volta sale di livello, e si candida alle regionali. Come mai?

«In passato il lavoro non mi ha mai lasciato molto tempo libero. Ora il mercato è fermo, il lavoro nel mio campo è calato drasticamente, anche perché l’artigianato non è mai stato tutelato. Ho più tempo libero. Il partito mi ha offerto questa opportunità: la famiglia e i compagni locali mi hanno dato sostegno. Crediamo in questa battaglia».

Quale battaglia?

«Innanzitutto vincere con Ambrosoli, e poi conquistare almeno un seggio».

I punti principali del suo programma?

«La riduzione delle indennità per i politici innanzitutto, poi la sanità: da vent’anni a questa parte i contributi pubblici vengono sempre più spostati sul privato, bisogna invertire la rotta. Così anche per la scuola: i cittadini devono essere trattati alla pari, e la parità la dà solamente il pubblico. Anche la sicurezza è un argomento annoso, dovrebbero arrivare al territorio molte più risorse, recuperabili anche solo tagliando gli sprechi. Siamo una regione a rischio, perché ricca. Dove c’è ricchezza si annida la malavita».

Concentriamoci per un attimo sul Sudmilano: quali sono le potenzialità da valorizzare?

«Le aziende devono creare ricchezza attraverso la trasformazione dei materiali, non solo col commercio. Qui nel Sudmilano abbiamo svuotato la dimensione produttiva: sulla linea della via Emilia ci sono solo logistiche, indotto commerciale. Bisogna tornare a creare piccola industria, e speriamo che gli investimenti infrastrutturali, tra cui la Tem, possano aiutare sotto questo aspetto. È un’opera controversa, ma d’altronde lo sviluppo è essenziale, si deve guardare al futuro. Bisogna spingere per spostare il trasporto da gomma a rotaia, ma la mobilità su gomma rimarrà a lungo fondamentale».

Qual è l’elettore tipo che, nel 2013, un partito come il Psi si propone di conquistare?

«Ci rivolgiamo innanzitutto a coloro che sono stati socialisti: vogliamo fare rinascere l’orgoglio socialista, riprenderci il voto che è sempre stato nostro. Per questo occorre ricordarsi delle grandi riforme del socialismo».

Uno slogan per convincere gli elettori?

«Voglio lanciare un messaggio criptato: votate socialista, perché proprio il 24 febbraio è nato un grande socialista. Non nominiamolo: chi sa, capirà».

Riccardo Schiavo

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