Bersani, l’intervista al «Cittadino»

«Sul candidato del centrosinistra per il Pirellone decideranno gli organi regionali del Pd. Non è questione di renziani o bersaniani». Sono queste le parole del segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani, intervistato ieri sera prima del comizio di Lodi. Il leader del Partito democratico non chiude la porta all’ipotesi di una corsa del sindaco di Lodi Lorenzo Guerini per la presidenza della Lombardia. In viaggio da Lodi a Pavia, dove ieri pomeriggio ha iniziato il tour lombardo per la campagna delle primarie del centrosinistra, Bersani ha parlato anche della nuova struttura delle Province e delle ultime vicende politiche.

Come giudica il risultato del voto in Sicilia? Il Pd è uscito trionfante, ma ha perso 250mila voti rispetto alle ultime elezioni a palazzo dei Normanni...

«In realtà in Sicilia c’erano sia la lista del Pd che la lista di Crocetta. Mettendo insieme i voti di entrambe le formazioni abbiamo raggiunto un risultato molto positivo. Semmai il presidente Crocetta è riuscito ad intercettare i problemi dell’isola. Ora la grande sfida sarà trasformare il disagio e la protesta in una proposta di governo»

L’astensionismo ha raggiunto livelli record in Sicilia. Un elettore su due ha disertato le urne. È un segnale preoccupante per le prossime elezioni politiche?

«Certo, è un segnale molto preoccupante. Questo ha messo in evidenza un profondo distacco tra cittadini e politica. Dobbiamo cercare di ridurre questo distacco ed è l’obiettivo che ci siamo posti. In particolare il Pd con le primarie sta coinvolgendo la cittadinanza e stimolando il dibattito politico».

Come pensa di riuscire a tenere insieme nella ipotetica futura coalizione di centrosinistra Sel e Udc?

«Il compito che ci siamo presi è quello di organizzare il campo dei progressisti. Su questo aspetto abbiamo sottoscritto un patto tra le forze politiche che hanno deciso di condividere insieme a noi quel cammino. Un patto che ha messo al centro l’Europa e cerca di evitare derive populiste, berlusconiane o del leghismo. E su questo vogliamo costruire un dialogo con i moderati».

Il capo dello Stato ha più volte invitato a cambiare la legge elettorale. C’è secondo lei spazio per arrivare a un testo condiviso entro fine legislatura?

«Abbiamo detto più volte che questa legge elettorale la vogliamo cambiare. Sono convinto che i tempi in Parlamento ci siano, ma ci vuole la volontà anche delle forze di centrodestra che non sembrano avere sempre le idee molto chiare in materia. Noi siamo per un premio di maggioranza che garantisca governabilità, per dare più spazio ai collegi che alle preferenze e per introdurre regole che garantiscano largo spazio alle donne».

Il governo Monti ha ridisegnato la mappa delle province italiane. Lodi andrà con Mantova e Cremona. Come giudica questa misura? Nel caso in cui il centrosinistra arrivasse alla guida del Paese cambierete questa norma?

«Sono molto perplesso su questa operazione. Credo si dovesse partire da un ridisegno delle funzioni degli enti, ripensando il loro ruolo a livello regionale. Invece quanto uscito mi pare di più una riforma che interviene prevalentemente sui confini e non sul resto. Io credo che su questi aspetti in futuro bisognerà tornare a riflettere. Certo non tutto potrà essere cambiato, ma la riforma delle province andrà in parte rivista».

A fine gennaio ci saranno le elezioni per la Regione. Per la scelta del candidato del centrosinistra si dovranno fare le primarie?

«Le primarie sono una regola che ci siamo dati e che stiamo adottando. In Lombardia bisognerà partire dalla coalizione e dal confronto con i rappresentanti regionali del Pd».

Come valuta la candidatura alla guida del Pirellone del sindaco di Lodi Guerini, noto “sponsor” di Renzi alle primarie?

«Non è questione né di Renzi né di Bersani. Saranno i dirigenti regionali del Partito democratico che dovranno decidere le candidature. Come segretario darò il mio contributo, il mio suggerimento, ma la scelta spetta alla direzione regionale, di cui ho grande fiducia».

Mat. Bru.

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