Arriva la mini Imu in 28 comuni

Casale aumenta la soglia di non pagamento, San Colombano e Codogno guardano ai rimborsi, Sant’Angelo studia entrambe le strade, Lodi Vecchio guarda alle soluzioni che gli altri stanno percorrendo. Tutti i comuni del Lodigiano cercano il modo di ridurre l’impatto della mini Imu, la stangatina che il 24 gennaio toccherà 28 comuni del Lodigiano (27 in provincia più San Colombano). La mini Imu è uno strascico della norma che abolisce l’Imu e interessa solo i comuni che hanno applicato un’aliquota superiore a quella base del 4 per mille. Lo stato impone a questi comuni di recuperare la differenza tra l’aliquota base e quella effettivamente applicata, non completamente ma nella misura del 40 per cento. E la norma è arrivata quando le aliquote non potevano più essere toccate.

Casale non fa pagare

L’amministrazione di Casale è l’unica nel Lodigiano ad aver già assunto iniziative concrete: lunedì sera in consiglio comunale passerà una variazione al regolamento Imu che alzerà la soglia di non pagamento da 12 euro, tetto fissato per legge, a 30 euro. Il provvedimento dovrebbe interessare il 75 per cento dei proprietari, per una copertura economica trovata dal comune tra i 50 e i 60 mila euro. «È una scelta per andare incontro ai cittadini di questi tempi, ma è anche una scelta di buon senso, perché tutta questa folle operazione della mini Imu rischia di costare di più in termini di gestione che non in termini di incasso - dice l’assessore al bilancio Piero Mussida -. Chi sarà comunque costretto a pagare otterrà invece un rimborso entro settembre, frutto di un’apposita manovra di rinegoziazione dei contratti delle utenze comunali».

Soddisfatti i livelli politici, che ieri hanno presentato in conferenza stampa l’iniziativa. «Abbiamo fatto uno sforzo enorme per risolvere questa magagna, e a oggi mi risulta che Casale sia l’unico comune nel Lodigiano a permettersi di non far pagare i propri cittadini - dice il segretario leghista Lina Ressegotti -. Spero che le minoranze abbiano il buon senso di votare con noi questo provvedimento».

Le altre strade

Come Casale, altri municipi stanno cercando la strada per non far pagare i propri cittadini, ma seguendo ipotesi diverse. «Una decisione non è ancora stata presa, ma di sicuro interverremo nel corso dell’anno - dice l’assessore al bilancio di Codogno Roberta Polledri -. Lavoriamo a un’ipotesi di rimborso o compensazione, magari modulata per i redditi bassi e medi».

Analoga scelta, ma rivolta a tutti i proprietari, è quella di San Colombano. «Da un punto di vista politico siamo contrari al pagamento di imposte sulla prima casa, e adotteremo una delibera d’indirizzo perché nel bilancio 2014 si rimborsi integralmente la quota pagata», commenta l’assessore Davide Panzetti, di San Colombano.

Sant’Angelo potrebbe prendere una decisione entro la settimana prossima, invece, e seguire le orme di Casale. «Anche noi stiamo ragionando sulla soglia minima di pagamento, ma bisogna verificare se il bilancio ci permetterà di intervenire e come oppure se proveremo ad andare a rimborso», afferma il sindaco Domenico Crespi. Infine, molti comuni, e soprattutto i più piccoli, stanno alla finestra, verificano cosa accade e cercano di capire come muoversi. «L’idea è di andare incontro ai cittadini, ma non abbiamo deciso come, anche perché fino a giovedì ancora non si sapeva nulla di certo - spiega Giancarlo Cordoni, sindaco di Lodi Vecchio -. Qualcosa si dovrà pur fare, un correttivo a questa ingiustizia va messo». Infine, chi ha potuto, è corso ai ripari prima: nel consiglio comunale del 30 novembre, in fretta e furia, il comune di Borghetto aveva riportato l’aliquota dal 5 al 4 per mille, mentre Lodi, dopo l’annuncio di alzarla, aveva fatto un clamoroso dietrofront dell’ultimo minuto che ha salvato migliaia di contribuenti dal versamento.

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