Amatori stregato dal “prof” Resende

La sua vita è tutta qui, in queste quattro mura e in una nuvola di piume soffici che danzano sul pavimento. Angelo Ferrari è seduto nel suo laboratorio in viale Italia, lui è l’ultimo materassaio della città. E forse della Lombardia, «perché faccio ancora tutto a mano». Lavora da 61 anni e ci tiene a sottolineare che «sono in regola, vado avanti». Ha iniziato quando aveva solo 14 anni, a Natale ne compirà 76. «Purtroppo adesso faccio un po’ fatica fisicamente, per fortuna che c’è Enrica che mi dà una mano». Enrica è la parrucchiera che da quasi trent’anni taglia i capelli nel negozio a fianco. «Vorrei fare solo cuscini - dice -. Prima lavoravo per l’ospedale Maggiore, per il collegio San Francesco e avevo 2mila clienti, ne dovevo avere così tanti per poter lavorare tutti i giorni». È innamorato della sua professione: «Mi piace l’attività manuale, cucire i materassi, vederli terminati».

A proposito di cucire, anche le sarte sono una “specie in via di estinzione”. Così come i professionisti capaci di “resuscitare” elettrodomestici e aspirapolveri. Rel, esercizio commerciale di viale Rimembranze, ha aperto da un anno. Il suo titolare è un ragazzo originario dell’Albania: «Faccio questo lavoro da 17 anni e non siamo in tanti ormai a farlo - racconta -. Io non faccio pagare il preventivo, così un cliente poi decide. Adesso le persone ci pensano due volte prima di buttare via qualcosa, vengono qui e chiedono se si può sistemare». Complice la crisi, portano un po’ di tutto. «Per imparare bene come riparare gli oggetti, seguiamo dei corsi, poi ci viene rilasciato un attestato». Devis Paganini fa il macellaio. Lavora dietro al bancone de La Boutique della Carne, in corso Mazzini: macelleria e, sentire il profumo per credere, gastronomia. Nell’elenco dei mestieri sempre più rari c’è anche il suo, ma lui non si stupisce: «Sai perché non lo vuole fare nessuno, questo lavoro? Perché si fa fatica. È duro e pesante». La sua è un’attività di famiglia, Devis va di persona in Piemonte a scegliere le bestie, poi le macella. Infine, le vende. Spesso si tratta di caricarsi in spalla i chili di carne. Senza contare che la gastronomia si ritrova a sfornare piatti anche nei week end nelle feste. «Prima ero in viale Pavia, cercavo un ragazzo da tirar su e non l’ho trovato. Non vogliono lavorare il sabato, perché il venerdì vanno a ballare. Vogliono sapere quanto prendono, ma non quello che c’è da fare».

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