Alzheimer, nel Lodigiano oltre 2500 malati

«La Giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre, ndr) deve servire a celebrare una presa di coscienza: che nel 2050 in Italia i malati saranno più di 2 milioni e che la demenza non riguarda solo i reparti di geriatria ma trasversalmente tutti i reparti e pesa in termini di spesa per l’80 per cento sulle famiglie. Da qui bisogna partire per adeguare il sistema sanitario per contenere i costi ottenendo comunque risultati a vantaggio dei malati e delle famiglie che non possono essere lasciate sole». È una “rivoluzione culturale” quella invocata dal dottor Roberto Altavilla, responsabile della riabilitazione geriatrica e dell’unità di valutazione Alzheimer di Casale (Asst di Lodi) in un territorio, il Lodigiano, dove i malati di Alzheimer hanno superato i 2500 casi.

Nel Lodigiano, tre sono le unità di valutazione Alzheimer, dove la malattia viene diagnosticata e curata: Lodi, Sant’Angelo e Casale. «Solo a Casale abbiamo in gestione 600 casi – spiega il dottor Altavilla – e sempre a Casale, nel reparto di riabilitazione geriatrica, le statistiche ci dicono che 4 anziani su 4 soffrono di demenza, di questi, il 50 per cento di demenza grave». Dati che secondo il dottore richiedono un adeguamento del sistema sanitario e socio assistenziale.

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