«Al centro dell’agenda trasporti e spesa sociale»

Fabrizio Santantonio ci riprova. A scalare il Pirellone per conquistarsi un altro posto in consiglio, soprattutto perché il suo mandato è terminato in anticipo, a causa delle inchieste che hanno travolto la giunta Formigoni. E, a proposito di Formigoni, l’ex vice presidente della Provincia di Lodi è intervenuto in aula per chiedere le sue dimissioni, “sfidandolo” su legge elettorale, sanità, ripresa. Il 47enne, che ha iniziato a fare politica nel ’90, oggi è nel pieno della campagna elettorale. Come promesso pubblicamente, non ha intenzione di ritornare sulla questione dei rimborsi spese che lo vedono indagato per 282 euro utilizzati in occasione di due missioni a Roma. Su questo punto è già stato chiaro: «Non ho mai utilizzato i soldi pubblici per fini personali». La sua sfida è conquistarsi il voto dei lodigiani, battendo a tappeto il territorio.

Come ha vissuto dall’interno la caduta della giunta Formigoni?

«La giacca istituzionale che vestiva il governo Formigoni non si adeguava più alle istituzioni, semmai erano le istituzioni che dovevano prendere la forma e le sembianze del potere formigoniano. Credo sia corretto amministrare per dieci anni e poi andare a casa, una regola fondamentale. Il centrodestra non era più capace di interpretare questa fase di profonda crisi».

Crede che in questi anni il Pd, all’opposizione, abbia fatto abbastanza per contrastare il legame tra politica e malaffare?

«La tensione a migliorare c’è sempre e il rispetto delle regole non può essere attribuito solo alla politica. Pensare però a una responsabilità diretta del Pd mi pare un po’ forzato. Negli ultimi tre anni abbiamo denunciato l’esagerato consolidamento del potere e il continuo tentativo di togliere rappresentanza alle voci dell’opposizione».

Lei ha seguito i problemi del trasporto pubblico e dei pendolari, quali sono le sue proposte in merito?

«In dieci anni si è investito troppo sul trasporto su gomma e poco sul ferro. Stiamo chiedendo un miglioramento del materiale rotabile e un cambio delle carrozze su alcune corse specifiche, oltre a un miglioramento dell’orario che entrerà in vigore a giugno. A tutto questo si aggiunge un miglioramento delle piccole stazioni, anche attraverso l’aiuto delle associazioni. Un altro aspetto fondamentale, oltre alla ridefinizione della percentuale di ritardo legato ai rimborsi, riguarda la necessità di avere un soggetto terzo che monitora e registra i ritardi, assegnando il bonus in modo imparziale».

Di recente ha toccato la questione del welfare e della sanità, il capitolo più pesante del bilancio. Cosa pensa sia necessario fare?

«Il fondo per le politiche sociali in Lombardia ha subito un taglio da circa 120 milioni del 2008 a 40 milioni del 2012. Il paradosso è che mentre il Paese si impoverisce c’è una contrazione delle risorse destinate alle fasce più bisognose. La nostra proposta è di spostare lo 0,5 per cento di ciò che è destinato al sanitario sul sociale, questo permetterebbe di ripristinare i 120 milioni del fondo, con risorse per anziani, minori, disabili. Bisogna riequilibrare i fondi».

Quanto prende un consigliere regionale?

«Prende 8.500 euro, una cifra che è già stata ridotta del 20 per cento rispetto a due anni fa. Da marzo scenderà a 6.500 euro. Ogni mese diamo circa 2mila euro al partito. Il taglio ai trasferimenti dei gruppi consigliari è già stato approvato per legge».

Crede che 8.500 sia una cifra equilibrata?

«Credo che nel momento in cui chiedi ai cittadini di fare dei sacrifici devi sacrificarti tu per primo. Se si vuole ridurre ulteriormente la cifra sono a disposizione per fare un ragionamento».

Al Lodigiano serve una centrale idroelettrica a Castelnuovo?

«La stima delle necessità energetiche è stata fatta in maniera errata, così oggi ci ritroviamo con alcune strutture sovradimensionate, come a Bertonico, o in difficoltà, come a Tavazzano. Sono favorevole alle fonti rinnovabili e penso che qualsiasi nuovo investimento debba essere valutato in base alle ricadute ambientali. Nel valutare il progetto di Castelnuovo gli enti locali dovranno avere una spasmodica attenzione per preservare un bene prezioso come l’Adda. Questo è un progetto sconosciuto ai più della Provincia di Cremona».

Cosa pensa dell’azienda americana che vuole cercare il petrolio nel Lodigiano?

«Se ci fosse l’oro ancora meglio…»

Quanti disoccupati ha il Lodigiano?

«Circa 17mila».

Cosa fare sul fronte del lavoro?

«Per far ripartire i consumi si deve incidere anche sul welfare, attraverso le misure che ho citato prima. La Regione, però, può attivarsi anche per il sostegno e l’accesso al credito. Gli appalti dell’Expo valgono decine e decine di milioni, è importante che siano affidati direttamente alle aziende locali, senza subappalti e con un’attenzione alla legalità, al rischio di infiltrazioni mafiosi. Gli interventi sul patrimonio della rete idrica, al momento ancora deficitario, permetterebbe di far partire in tre anni più di 3 milioni di investimenti, questo significa dare lavoro alle imprese e alle persone. Tutte queste cose possono essere fatte anche senza il famoso 75 per cento delle risorse che non c’è».

Perché un lodigiano dovrebbe votarla?

«Perché in Regione ho cercato di fare il mio dovere, che era quello di rappresentare Lodi, il Lodigiano e la sua gente. Per far questo non conta l’appartenenza a un partito ma contano le questioni, i problemi. Come poi io abbia rappresentato il territorio è un giudizio che spetta agli elettori. Di certo, in aula tutti sapevano chi era il consigliere lodigiano».

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