Lodi: tre esempi di incuria in centro: siamo in attesa di risposte

La denuncia di Italia Nostra

Nel mare magnum delle negligenze lodigiane nel campo della tutela dei Beni Culturali da parte delle varie amministrazioni, siano esse comunali, provinciali e/o regionali bisogna tornare su alcuni temi “caldi” che sarebbe opportuno poi chiarire, da parte dei rispettivi responsabili, anche su queste pagine a favore non solo dello scrivente ma anche dei lettori; proprio alcuni di questi mi hanno sollecitato a scrivere, in qualità di Presidente di Italia Nostra, quanto segue che, per sintesi, suddivido in tre punti. 1) Punto primo. Il Castello Visconteo posto nel cuore antico di Lodi, caro a tutti i cittadini voluto dal Barbarossa e poi ampliato su iniziata di Barnabò Visconti nel 1355, le cui vestigia furono, negli ultimi anni del Novecento, riportate in luce grazie a dei provvidenziali scavi archeologici che ne hanno mostrato l’originaria ampiezza. Questi antichi muri, che si decise saggiamente di lasciare a vista, posti dirimpetto la Questura, sono ormai invisibili poiché completamente sommersi dalla vegetazione non solo erbacea ma più ampiamente arbustiva. Superfluo sottolineare quanto le radici siano distruttive poiché infilatesi tra i mattoni ne degradano la consistenza e ne forzano le giunture distruggendo di fatto il muro. A quando un intervento risanatore?

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