«Costruire nuovi asili nido significa prepararsi al futuro e aiutare le famiglie»

Non chiudere le piccole scuole e costruire asili pubblici significa non togliere ossigeno al paese reale, ma offrire nuova linfa vitale per continuare a vivere

Orio Litta

Sul tema “Culle vuote e anziani” Marco Baratto ha fatto riflessioni oggettive ed inconfutabili: le nascite diminuiscono, gli anziani aumentano e i posti nelle RSA non bastano più. Un vero problema sociale, questo della cura degli anziani, che mi sembra fuori dai radar di chi governa, mentre mi aspetterei la massima attenzione concreta su dati statistici inequivocabili. Le giovani coppie vivono con gli stipendi più bassi d’Europa, fra la precarietà del lavoro, quando e se il lavoro c’è, e il costo della vita in costante aumento. Se per vivere decentemente due giovani devono lavorare entrambi per pagare a fatica affitto, bollette e costi delle due automobili che servono per recarsi al lavoro, come si fa ad avere il coraggio di mettere al mondo dei figli? Non sono d’accordo con Marco Baratto sull’inutilità di investire negli asili nido. Costruire asili nido significa prepararsi al futuro offrendo alle famiglie l’opportunità educativa che manca e che costringe i genitori a cercare soluzioni private che valgono quanto uno stipendio. In Lombardia è uscito un bando regionale per nuovi asili nido: benissimo hanno fatto quei Comuni lodigiani che si sono attivati centrando il finanziamento. Non sono risorse sprecate, se crediamo nella famiglia e se vogliamo sostenere la vita comunitaria ed il futuro dei nostri piccoli Comuni. E qui mi collego all’intervento di Emiliano Lottaroli, che condivido appieno: un piccolo Comune a cui viene tolta la scuola è destinato a diventare un agglomerato di case sparse e nulla più. Il problema è noto ma forse non a molti: vanno destinate più risorse ai piccoli Comuni, invece puntualmente le risorse vengono tagliate. Ogni governo taglia risorse, incatena la possibilità di spendere per dare servizi migliori e poi i cittadini vanno dal sindaco a chiedere come mai l’erba non viene tagliata, come mai il pullman scolastico si deve pagare, come mai il costo dei buoni pasto lievita. I nostri governanti sbandierano sui social di stare dalla parte delle famiglie e poi, tagliando i fondi statali, negano i servizi più urgenti, quelli che definiscono una società civile: il medico condotto, la scuola e l’asilo. Anziani e bambini sono oggi le categorie più colpite da una politica che non vuole stare dalla parte dei più deboli, preferendo spendere in armi e in opere colossali inutili.

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