Telekommando
Trascorso il Natale per chi sta leggendo ci si prepara all’ultima notte dell’anno. Rivelo che sto scrivendo il giorno della vigilia e di primo mattino, l’attenzione è attirata dalla foschia che si scorge dalla finestra quando dovrebbe fermarsi sulla “Cena di Natale” andata in onda la sera dell’antivigilia. Peraltro, pubblicizzata in pompa magna, anche come spin-off di “E’ sempre mezzogiorno” per poi aprirsi anche a “The Voice”, senior o kids fa poca differenza, visto il prossimo passaggio di testimone. Officiante unica: Antonella Clerici. L’occasione poteva essere ghiotta e interessante perché l’intenzione era quella (e in parte è stato così) di celebrare la Cucina Italiana, da qualche giorno nominata dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Risultato straordinario, fortissimamente voluto da Maddalena Fossati, direttrice de La cucina italiana, la rivista che porta l’arte del mangiar e del buon convivere nelle case italiane da quasi cent’anni, il cui intervento racconta di come da un ascolto quasi nullo è riuscita, convincendo prima alcuni dei migliori chef italiani (in testa Massimo Bottura e Antonino Cannavacciuolo) e poi la politica a sostenere il progetto. I due chef stellati poi hanno composto un piatto nord-sud di grande presa e ascoltarli è sempre un piacere: Bottura un po’ più filosofico, Cannavacciuolo invece più prosaico. Ma che piatti, che capacità di trattare la materia. La ritualità dei gesti è conseguenza felice di chi ha compreso come il cibo è da sempre unione e condivisione. I piatti vengono dopo. Qui si gioca l’equivoco in cui molti sono inciampati. La cucina si è fermata qui. Spazio alla musica e ad alcuni duetti: Morandi Nek, Nek Belen, l’immancabile Al Bano con coro di bambini. Insomma, uno spettacolo con pochi guizzi, ma che si è fatto vedere. Tanto può bastare. (F. Fr.)
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