Sant’Angelo, l’appello: salvate l’affresco e le cascine settecentesche

Musella e Musellina stanno crollando nell'indifferenza generale

L’affresco malandato della cascina Musellina di Sant’Angelo sta per trasformarsi in un mucchio di macerie e calcinacci. L’incuria, la trascuratezza, la negligenza continueranno a fare il loro dovere, portando a compimento un lavoro che, senza bisogno di ruspe e picconi, hanno tenacemente cominciato molti anni fa. Un lavoro perfetto - che sembra avallato dal silenzio della proprietà della struttura agricola, e degli amministratori locali - che ha saputo annientare un piccolo gioiello di edilizia rurale settecentesca, le cascine Musella e Musellina, trasformandole in quel deposito di polvere e pietre che salta subito agli occhi quando, in auto, si percorre la tangenziale verso Pavia. Il ricordo di quelle cittadelle in cui decine e decine di persone dividevano il tempo del lavoro e quello della vita e che ormai ospitano solo discariche abusive di rifiuti e, a volte, bivacchi improvvisati di qualche senzatetto, è ben presente nella mente dei santangiolini. Del resto le due cascine potevano esibire un biglietto da visita architettonico di tutto rispetto e, soprattutto la Musella, bellissimi rosoni geometrici che sembravano ricami all’uncinetto, creati a impreziosirne la facciata. Quanto alla Musellina, il suo vanto era l’affresco raffigurante San Benedetto Giuseppe Labre, dipinto su un muro esterno da Vittorio Toscani alla fine dell’Ottocento in ricordo della sosta del Santo, la cui fine è assolutamente inevitabile se non si interviene subito. Ed ecco la ragione di questo appello: cerchiamo, tutti insieme, di salvare l’affresco. (ha collaborato Lucrezia Semenza)

© RIPRODUZIONE RISERVATA