Lodigiano e Sudmilano bocciati da Legambiente che dà la pagella all’aria di gennaio

Anche per la questione liquami “Regione Lombardia è totalmente inadeguata alla gravità della situazione ambientale e sanitaria”

Legamboiente fa un brutto bilancio del primo mese del 2024 riguardo alla qualità dell’aria in Pianura Padana: “Il primo mese del 2024 si è concluso all’insegna del ritorno prepotente di una caratteristica meteorologica degli inverni padani: l’inversione termica, ovvero il fenomeno persistente per cui, in presenza di alta pressione, l’aria fredda si stratifica sul fondo della pianura e delle valli, accumulando e intrappolando tutti gli inquinanti rilasciati dalle attività umane. I dati delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria tracciano un quadro impietoso, in particolare nelle grandi aggregazioni urbane, soprattutto Monza e Milano che già contano ben 17 giorni di superamento della soglia critica per l’esposizione acuta all’inquinamento da polveri sottili (50 microgrammi/mc). Non fanno meglio le altre città della pianura, a partire da Cremona e dagli altri capoluoghi, che risentono maggiormente delle polveri sottili secondarie, quelle che si generano in atmosfera quando gli ossidi d’azoto prodotti dal traffico pesante incontrano l’ammoniaca che esala dai troppi allevamenti intensivi che si concentrano nella pianura lombarda: qui, con l’esclusione delle fasce prealpine, la concentrazione delle polveri sottili eccede il valore di legge, e supera di dieci volte il valore guida per la salute umana raccomandato dall’OMS!”

“Una vera e propria doccia fredda - proseguono gli ambientalisti lombardi - per una Regione che aveva da poco finito di esultare per i miglioramenti della qualità dell’aria registrati nel 2023, e che invece si conferma totalmente inadeguata a gestire l’attuale emergenza sanitaria da smog. Basti pensare che le misure di limitazione sono scattate solo lo scorso martedì, dopo ben 7 giorni di progressivo e inesorabile accumulo di inquinanti. Cosa ancora più grave per la Lombardia, le misure si sono attivate solo in alcune province: ad esempio, nella provincia di Brescia tutt’ora non sono previste limitazioni, per la banale motivazione che in una singola giornata, nell’arco di dieci giorni, la media delle misure delle centraline di tutta la provincia era risultata appena al di sotto della soglia critica. La conseguenza è che nella provincia di Brescia, ma anche in quelle di Mantova, Lodi e Pavia, dopo i due mesi di fermo invernale, dal 30 gennaio sono ripresi, senza alcuna limitazione, gli spandimenti di liquami zootecnici nei campi coltivati, ovvero il tipo di attività che maggiormente impatta sulla qualità dell’aria”.

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