LODI VERSO LE URNE Elezioni, “occhi puntati” al 2022: l’ipotesi di una sfida tra due donne

Il sindaco in carica Sara Casanova non si sbilancia, nel centrosinistra si fa strada Manuela Minojetti

Indizi e tracce. Di certo non c’è niente di più, ma a volte bastano quelli per capire che aria tira. E cosa dobbiamo aspettarci sul fronte elettorale a Lodi città in vista della primavera 2022. Davanti ci sono otto o nove mesi di attesa - se guardiamo a maggio o giugno 2022 -, a meno di colpi di coda dell’emergenza sanitaria, che è già costata il rinvio alle amministrative 2020 e 2021.

Partiamo riavvolgendo il nastro a qualche giorno fa, fino a mercoledì mattina. Siamo nella redazione de «Il Cittadino», con il sindaco Sara Casanova, ospite per una videointervista in diretta sulla pagina Facebook e sul sito del giornale. Il primo cittadino si presta ad una chiacchierata a tutto tondo con il direttore Lorenzo Rinaldi e il caposervizio della cronaca Cristiano Brandazzi. La stretta attualità certo, ma anche come cambierà la città nei prossimi mesi, con cantieri che potrebbero avere contraccolpi pesanti alla viabilità e alla vivibilità della città.

Impossibile però non arrivare alla domanda sul futuro e in particolare sulla prossima primavera. Si ricandida alla guida della città? La risposta però non mette un punto nero su bianco. «Io sono concentrata a portare a termine, in questi ultimi mesi di mandato, tutto quello che abbiamo messo in cantiere in questi anni». E il dribbling del sindaco prosegue anche dopo. “Se la coalizione di centrodestra le chiederà un nuovo impegno?”. «Nel momento in cui ci sarà questa possibilità, ne parleremo» è la risposta di Casanova, che poi però aggiunge qualche elemento in più e anche un richiamo allo slogan della campagna elettorale 2017. «Ho sempre preso tutto quello che faccio con enorme passione e responsabilità, dovuta anche a chi ha riposto in me la fiducia, non solo i partiti, ma anche gli elettori: quindi voglio fare bene e portare cose nuove e miglioramenti per la nostra città. Il mio motto era Lodi Cambia davvero e io voglio continuare a cambiare Lodi».

A meno di clamorosi ribaltoni interni difficile però immaginare che non sarà la candidata leghista Sara Casanova - partito che esprime ancora la maggioranza nella coalizione - a ripresentarsi agli elettori. Un po’ perché storicamente, anche nella Lega, c’è una consuetudine alla ricandidatura per i sindaci uscenti al primo mandato, come Villa e Passerini a Sant’Angelo e Codogno - a patto di incontrare la disponibilità del candidato stesso -, ma anche perché la stessa Casanova, sui social, aveva lanciato qualche indizio, in un video sul mandato che lasciava intuire la disponibilità a rimettersi a disposizione. L’altra incognita potrebbe essere quella delle guerre intestine al centrodestra e un assaggio è arrivato con la presa di posizione della segretaria cittadina della Lega, per voce del segretario cittadino Alessandro Canevari, sull’assessore ai lavori pubblici Claudia Rizzi sul caso Ferrabini, visto come altolà all’alleato Forza Italia, che non ha apprezzato e risposto per le rime.

A questo quadro si aggiunge già ora – perché sia affrontato nei prossimi mesi – il nodo sul ruolo del vicesindaco, oggi affidato a Lorenzo Maggi, che finora ha ribadito di voler continuare con l’esperienza civica della coalizione Maggi per Lodi per essere un’alternativa a chi non si riconosce in un partito ma che sente di avere un dna di centrodestra. Nel 2017 il peso politico – da semplice conta dei voti – era stato significativo, ma potrebbe non essere lo stesso cinque anni dopo. E dovrà fare i conti anche con il peso differente di Fratelli di Italia rispetto al 2017. Sul tavolo c’è la campagna acquisti fatta dal partito della Meloni in aula, arrivato a quota 5 consiglieri, e ci sono i sondaggi nazionali, a cui si è affiancherà il risultato delle amministrative 2021, a Sant’Angelo e a Codogno. E anche a fronte dei risultati al di fuori della città del Barbarossa, Fratelli di Italia potrebbe chiedere molto di più, compreso il ruolo di vicesindaco. I bene informati dicono che si potrebbe anche arrivare ad un accordo pre-elettorale di maggioranza prima del voto, per distribuire deleghe e assessorati, oltre che il ruolo del vicesindaco, proprio con l’idea di blindare la posizione di Maggi.

Dalle parti delle opposizioni, da tempo, si lavora ad una grande alleanza per costruire un’alternativa forte a quella che viene considerata «una parentesi terribilmente negativa per Lodi», usando le parole del gruppo consiliare del Partito Democratico nell’ultima nota di commento all’intervento del sindaco Sara Casanova. Documento in cui i consiglieri che rappresentano il PD in aula hanno ribadito «che il partito è al lavoro, insieme alla nascente coalizione, per la costruzione di un programma e per l’individuazione di un candidato sindaco».

Al momento l’indicazione che emerge è quella di coalizione allargata a tutte le forze politiche oggi sedute nei banchi delle opposizioni: cioè Partito Democratico, Lodi Civica, lista Gendarini, Lodi al Centro, 110 & Lodi e Movimento 5 stelle, con la possibile aggiunta di Lodi Comune Solidale. Un progetto in cui però potrebbero non mancare insidie e frizioni. Intanto perché l’assoluzione nel caso piscine ha riassegnato all’ex sindaco Uggetti di fatto un ruolo di peso, che lui stesso ha ricercato con svariate uscite pubbliche che hanno catalizzato l’attenzione mediatica e politica, ma potrebbe questa visibilità potrebbe spingerlo verso altri obiettivi. Tra l’altro nella neonata alleanza, il Movimento 5 stelle – a livello nazionale con Di Maio, che poi si è scusato, e a livello locale con Casiraghi, che si è costituto parte civile nel processo – fu tra i primi detrattori dell’epoca e una convivenza potrebbe rivelarsi difficile a livello locale. Alcuni nomi, per la guida della coalizione, erano circolati, in arrivo dalla società civile come il notaio Piercarlo Mattea, come nelle ultime settimane è circolato anche quello dell’ex sindaco Andrea Cancellato. Oggi si fa strada però il nome di Manuela Minojetti, avvocato e consigliere del cda di Astem. Che, in caso di ricandidatura di Casanova, renderebbe tutta al femminile la sfida per Palazzo Broletto. Rimane comunque valida l’opzione interna all’aula di Palazzo Broletto, ovvero uno dei consiglieri che oggi rappresentano il Partito Democratico.

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