LODI Rientrati i livelli di inquinamento, ritirate le misure temporanee regionali

Ma gli sforamenti annuali di uno dei territori più inquinati d’europa restano centrali

Settimana scorsa, Regione Lombardia aveva progressivamente messo in atto alcune misure temporanee per il contrasto all’inquinamento, che era salito a livelli fuori norma anche per un territorio compromesso come il nostro.

Tuttavia, le piogge dei giorni scorsi hanno contribuito a mitigare l’allarme, e domenica sono state registrate, per il secondo giorno consecutivo, medie provinciali di Pm 10 inferiori al limite anche nelle province di Mantova e Cremona. Pertanto, come previsto, la Regione ha annunciato che da martedì 13 febbraio le misure temporanee vengono disattivate anche nell due province dell’asse del Po.

La Lombardia torna “sana”, ma fino a quando?
Il problema, tuttavia, è strutturale, e va ben oltre il singolo sforamento. Come evidenziato più volte nei giorni scorsi anche sulle pagine del Cittadino, Lodi è infatti una città “malata cronica” di inquinamento.

Il report di Legambiente “Mal’aria”, pubblicato nei giorni scorsi e ripreso sul Cittadino dalla giornalista Rossella Mungiello, certificava la situazione: la centralina di via Vignati, infatti, aveva superato il limite di Pm10 nel 2023 per 43 giorni, ed è stata certificata come una delle città più inquinate d’Italia, al 13esimo posto sui 105 capoluoghi di provincia. Sono 18 le città italiane che, nel corso dello scorso anno, hanno sfondato il limite previsto dalla direttiva europea del 2005 per il Pm10 di 35 giorni l’anno con una concentrazione media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. Tra queste città c’è appunto Lodi.

E il 2024 non ha segnato un’inversione di tendenza, per ora, come raccontato già nei giorni scorsi sul Cittadino da Federico Gaudenzi:

«Le due centraline fisse di rilevamento del capoluogo registravano, al 4 febbraio, sul Pm10 dei dati molto vicini al limite fissato a 50microgrammi per metro cubo. La centralina di Sant’Alberto, per la precisione, registrava 42 microgrammi, mentre quella di via Vignati era ferma a 38. Tuttavia, a preoccupare è il numero di sforamenti già raggiunti durante l’anno: il limite fissato dalla legge 155 del 2010 a protezione della salute umana impone un massimo di 35 giorni l’anno di superamento della soglia. L’anno è iniziato da 36 giorni, e a Sant’Alberto il limite è stato superato 14 giorni, mentre in via Vignati per 17 giorni».

Che cos’è il Pm10
Il Pm10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 microgrammi, caratterizzate da lunghi tempi di permanenza in atmosfera. Hanno una natura chimica particolarmente complessa e variabile e sono in grado di penetrare nell’apparato respiratorio umano e quindi avere effetti negativi sulla salute. Il particolato PM10 in parte è emesso come tale direttamente dalle sorgenti in atmosfera e in parte si forma in atmosfera attraverso reazioni chimiche fra altre specie inquinanti: può avere sia un’origine naturale (l’erosione dei venti sulle rocce, le eruzioni vulcaniche, l’autocombustione di boschi e foreste) sia antropica. In quest’ultimo caso, un ruolo importante è giocato dai gas di scarico dei veicoli.

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