Le regole in zona gialla, ecco cosa si può fare

Il punto più controverso del decreto entrato in vigore lunedì riguarda bar e pub

A tavola fino alle 22 all’aperto per bar e ristoranti, ma asporto consentito solo fino alle 18 per i bar e possibilità di consumo al banco solo «in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto». Il ministero dell’Interno chiarisce con una circolare tutti i punti del nuovo Decreto Riaperture, ma sulla ristorazione e la somministrazione rimangono alcuni dubbi, e si conferma la linea restrittiva che aveva fatto insorgere le associazioni di categoria ritenendo una «falsa ripartenza» quella di oggi.

Ristoranti e bar

Il punto più controverso del Decreto riguarda la somministrazione dei bar e dei pub. È pacifico che ristoranti, pizzerie, bar e pub possano servire ai tavoli all’esterno a pranzo e a cena, fino alle 22. Ed è altrettanto pacifico che il coprifuoco che parte alle 22 sia da intendersi come orario ultimo per alzarsi da tavola, sebbene la circolare ministeriale non vi faccia espressamente cenno. Il rientro a casa però è sempre consentito, e dunque alle 22 chiudono le attività e si ritorna al proprio domicilio. La questione più spinosa è quella dei bar. La circolare conferma le previsioni del precedente Dpcm rispetto agli orari dell’asporto: alle 18 stop alla vendita. Rimane consentito servire ai tavoli (all’aperto). Ancora dubbi interpretativi sul consumo al banco. La circolare recita: «Il servizio al banco rimarrà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto». Una frase sibillina perché non chiarisce se è necessario un banco all’aperto (e in questo caso il banco è dove si consuma o dove si paga?) oppure se qualsiasi struttura all’esterno (come i tavolini del plateatico) consenta poi il consumo al banco all’interno. L’interpretazione più lineare (e anche quella delle associazioni di categoria) è che sia necessario avere un banco all’aperto (per esempio sotto i dehors o come in alcuni estivi, pochissimi a dire il vero).

Falsa ripartenza

Dura la presa di posizione delle associazioni di categoria, che sperano in una revisione di tutto l’impianto a breve, magari già entro 7 giorni, e che a livello nazionale hanno chiesto (almeno Confcommercio) al ministero dello Sviluppo economico ulteriori chiarimenti, in chiave estensiva della norma. «A distanza di un anno dalla pandemia siamo ancora qui il giorno prima di una riapertura a cercare di interpretare la norma – commenta Isacco Galuzzi, segretario Confcommercio Lodi e Basso Lodigiano -. È una mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora, che in questo modo non può programmare nulla. Il tutto peggiorato, vale per bar e anche per ristoranti, dal fatto che il solo consumo all’aperto, in questa stagione, a Lodi come in tutto il Nord Italia, è un terno al lotto per le questioni meteo. Speriamo che si tratti di una norma transitoria che possa essere superata molto velocemente, perché così non ha senso. Sembra una riapertura ma presenta maggiori ristrettezze rispetto alle precedenti regole di zona gialla».

Gli spostamenti

Gli altri possibili dubbi interpretativi del Decreto riguardano gli spostamenti. Intanto viene chiarito che il famoso pass per spostarsi tra Regioni, le certificazioni verdi per chi è guarito dal Covid o è stato vaccinato o ha tampone negativo nelle 48 ore precedenti, si aggiunge e non sostituisce i validi motivi di lavoro, salute o necessità. Inoltre, si chiarisce che la nuova possibilità di visita a parenti o amici riguarda fino a 4 persone non conviventi, oltre a figli minorenni (in precedenza under 14), disabili o non autosufficienti. Le visite a parenti e amici valgono in ambito comunale in zona arancione, mentre non hanno limiti nelle regioni di zona gialla e anzi «potranno interessare anche territori regionali diversi collocati in zona gialla, a nulla rilevando l’eventuale attraversamento di regioni poste in zona arancione o rossa».

I controlli

Il ministero individua dove assicurare maggiori controlli in questa fase di ripartenza, e in particolare segnala le «possibili situazioni di sovraffollamento, privilegiando le aree interessate dalla presenza di locali ed esercizi aperti al pubblico e da più intensi flussi di mobilità», in pratica le zone della movida. Attenzione anche alle fasce orarie di avvio delle attività scolastiche, lavorative e di apertura dei negozi, che possono creare in determinate aree possibilità di assembramenti.

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