«Era già passato tre volte nella stradina»

«Speriamo in una svolta nelle prossime ore»: l'ottimismo è l'unico strappo alla regola del silenzio imposta dal procuratore Armando Spataro sulle indagini per omicidio volontario a carico di ignoti per la morte di Giovanni Sali, il primo carabiniere di quartiere morto in servizio in Italia. In procura si tendono a smentire «tante cose sentite in Tv o lette su Internet». Ma due di questi particolari privi di conferma ufficiale appaiono sui mass media con insistenza: tracce di sangue su una mano di Sali, come se l’aggressore fosse rimasto ferito, e un’impronta digitale netta sulla pistola. Tracce leggibili nonostante la pioggia.

Da più parti invece arriva un particolare che, pur in assenza di segni eclatanti di violenza, fa pensare che Sali sia stato colto di sorpresa: sul suo blocco di appunti una parola che si interrompe e finisce in una riga lunghissima. E questo, se confermato, potrebbe far pensare che sia stato preso alle spalle, e che magari ad aggredirlo siano stati in due. Ma come possono due persone scomparire, letteralmente, in una via lunga forse cinquanta metri? «Tutte le piste sono aperte», ripetono in procura, di fatto non aggiungendo altro allo schematico comunicato ufficiale di lunedì pomeriggio. Residenti della zona sostengono che il carabiniere di quartiere sabato è passato almeno tre volte tra via Indipendenza e via del Tempio.

Ma tutti, dall'esperto inquirente all’avvocato, fino al consumato cronista di “nera” che ne ha viste tante, osservano che «questo è un fatto strano». Ieri pomeriggio, in un palazzo di giustizia deserto, sembra ci sia stato un nuovo vertice tra i carabinieri del reparto operativo speciale e gli inquirenti. E non si esclude nemmeno che già nel corso della giornata ci sia stato un primo “colpo di scena” nelle indagini. Ma i primi dati concreti, cioè relazioni scritte sull'autopsia e la ricostruzione della traiettoria dei proiettili, dovrebbero arrivare solamente oggi. Da qui i magistrati avranno le basi per cominciare a inserire in una cornice più certa le risultanze investigative di questi primi, concitati giorni. Per capire se il colpo fatale al cuore possa essere stato il primo, o l’ultimo dei tre, se davvero a esploderli come sembra sia stata la stessa pistola d'ordinanza di Sali.

Era un esperto di armi, e anche la sua fondina aveva un dispositivo di sicurezza. Se davvero l'ha estratta e l'ha armata, e ha preferito questa mossa all'utilizzo del lacrimogeno o del manganello, o semplicemente delle arti marziali che ben conosceva, un motivo deve esserci stato.

Carlo Catena

© RIPRODUZIONE RISERVATA