«Dignità e lavoro sui sentieri di pace»

Monsignor Malvestiti ha presieduto la Messa del primo giorno del 2015: responsabilità, discriminazioni e giovani gli altri temi affrontati dal vescovo di Lodi

Responsabilità, rifiuto dell’altro, giovani, lavoro e discriminazioni sono i temi del messaggio del vescovo di Lodi per il nuovo anno. Un messaggio pronunciato nella celebrazione in cattedrale ieri alle 18 e accompagnato da gesti che i lodigiani stanno cominciando a conoscere. Come quando monsignor Maurizio Malvestiti scende in duomo prima dell’inizio della Messa per pregare e poi chiede i nomi ai bambini, fa gli auguri a chi è già seduto. O come quando, nello scambio di pace, va a portare l’abbraccio fino ai ministranti più piccoli; o al termine del rito si perde tra i fedeli per salutare ciascuno e rimane per ultimo in cattedrale.

Un rapporto schietto con i Lodigiani che monsignor Malvestiti sta tessendo e che gli fa esordire l’omelia con un «benvenuti all’Eucarestia del primo giorno del 2015. È il nostro rendimento di grazie. La benedizione su Aronne proclamata nel Libro dei Numeri è attuale per ciascuno di noi e per l’intera umanità. Oggi ripete: “Ti benedica il Signore e ti custodisca, o famiglia umana”». Nella solennità di Maria Madre di Gesù e nella 48esima Giornata mondiale della pace, il vescovo ha citato Papa Francesco e il suo messaggio “Non più schiavi, ma fratelli”. Un testo che ha consegnato ai rappresentanti di associazioni e movimenti e alle autorità, tra cui il questore Loretta Bignardi, il prefetto Antonio Corona, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri Alessandro Magro, Domenico Bonaldi per l’amministrazione comunale, il presidente del consiglio comunale Gianpaolo Colizzi e il presidente del Parco Adda Sud Silverio Gori. «Dice Papa Francesco che la pace è il solo possibile futuro per l’umanità. Ci ha esortati a desistere dal comportarci in modo non degno della nostra umanità - ha affermato monsignor Malvestiti, con il quale ha concelebrato anche monsignor Paolo Braida, capoufficio della Segreteria di Stato vaticana -. La fraternità è autentica solo se cresce nella molteplicità e nella differenza, altrimenti scade in una sua caricatura disumana. Una grande deformazione del vincolo fraterno. È il rifiuto dell’altro che noi temiamo come concorrenza: quando tenta di ammettere una diseguaglianza tra le persone. Una diseguaglianza - ha scandito - che è impossibile. La diversità non sminuisce affatto la dignità di ciascuno di noi. Con Cristo riconosciamo che è sempre di più quello che ci unisce di ciò che può tenerci un poco lontani. Non stanchiamoci di ripetere questa realtà». Ancora, ricordando che rimangono condizioni assimilabili alla schiavitù: «L’accoglienza è vera o è solo apparente? Sono gravi le responsabilità dei potenti, ma Papa Francesco ci ricorda che a ciascuno compete di contribuire a globalizzare la fraternità. Il primo gennaio 2015 consegna anche a noi questa domanda: “Cosa hai fatto a tuo fratello?”. La pongo a tutti lodigiani, autorità e vescovo per primo». Inoltre: «Ho voluto dedicare il primo Natale alle famiglie, desidero che il primo giorno dell’anno sia per i giovani. Trovino il nostro sostegno. Dignità e lavoro per tutti: sono questi i sentieri di pace». Infine, un riferimento alle discriminazioni etniche, sociali, culturali e religiose. A Siria, Iraq e Terra Santa. «Che sia pace per tutti».

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