Berlusconi, l’omaggio e i ricordi

Due volte nel Lodigiano, nel 1996 per Minojetti e nel 2002 per la Tav, nel 2014 l’incontro con Guerini e Renzi al Nazareno. Presenza importante anche per il Sudmilano

Se l’era cavata con una delle sue battute Silvio Berlusconi lo scorso settembre nel corso della telefonata che aveva colto il popolo degli azzurri in sala Granata per il rush finale della campagna elettorale per le Politiche: Lodi gli piaceva perché «una volta aveva avuto una fidanzata». Di telefonate, Silvio Berlusconi ne ha fatte tante al Lodigiano, soprattutto ai suoi fedelissimi per dare forza e slancio nelle campagne elettorali, ma anche per gli esponenti del centrodestra eletti, per congratularsi con loro, come avvenne nel 2017 con Sara Casanova.

In presenza, Silvio Berlusconi venne formalmente nel Lodigiano per due volte. La prima volta arrivò a supporto della campagna elettorale del candidato sindaco Italo Minojetti che ai primi di giugno del 1996 risultò poi sconfitto da Aurelio Ferrari. Il cavaliere arrivò in elicottero alla Dossenina, un evento che in tanti ricordano. Poi dallo stadio si spostò brevemente verso il cinema Fanfulla, per il comizio. «Mi ricordo quel giorno, Berlusconi è atterrato nel campo sportivo qui vicino, per la strada c’era un sacco di gente, su tutti i lati – il ricordo dell’allora proprietaria in un articolo del Cittadino del 2008 -. Anche in sala...non sapevamo più dove mettere tutte le persone. Il suo entourage aveva un’organizzazione perfetta, stavano a guardare i minimi particolari». Berlusconi aveva già subito il primo scacco politico, con il «tradimento» di Umberto Bossi e il governo tecnico Dini, cui nel maggio 1996 subentrò poi Romano Prodi che vinse le elezioni. Berlusconi fu quindi a Lodi da privato cittadino, leader del principale partito d’opposizione.

Berlusconi fece ritorno nel Lodigiano il 15 luglio 2002. L’anno prima aveva vinto le elezioni che poi lo avrebbero tenuto in carica per un intero quinquennio. In quella calda estate, da presidente del Consiglio, fu a San Rocco al Porto per la posa della prima pietra del nuovo ponte sul Po dell’Alta Velocità Bologna-Milano. «Sarà uno dei ponti strallati, in cemento armato precompresso, tra i due più grandi del mondo (192 metri), e sarà pronto nel 2004» aveva promesso il Cavaliere. Una promessa disattesa, perché l’inaugurazione avvenne solo a giugno 2006. Solo il mese prima Silvio Berlusconi aveva lasciato Palazzo Chigi a favore di Romano Prodi, che lo aveva sconfitto, di un soffio, alle elezioni di aprile, forse tra le più contestate della storia della Repubblica.

Silvio Berlusconi non fece più ritorno ufficialmente nel Lodigiano, anche se non fece mancare la sua vicinanza al territorio, soprattutto ai suoi azzurri, in tante occasioni diverse, a colpi di telefonate, a volte attese, a volte inattese. Telefonate che riservava in alcuni momenti particolari anche ai candidati del centrodestra che si imponevano. Fu così che si congratulò con Sara Casanova a fine giugno 2017, il giorno dopo che l’esitò elettorale premiò la leghista come primo cittadino di Lodi. «Mi arrivò una telefonata inattesa, da numero sconosciuto – ricorda l’ex sindaca -. Una volta risposto, mi dissero che era la segreteria del Cavaliere, ma io pensavo a uno scherzo. Ero ancora frastornata per la vittoria, ed era l’ultima persona che pensavo di poter sentire. Fu molto garbato e cordiale, si complimentò più volte, e mi volle dare solo un consiglio, un po’ scherzoso un po’ no. Un consiglio che con il senno di poi avrei fatto meglio a prendere sul serio, e che invece non considerai perché c’erano ben altri problemi da affrontare: mi disse di riempire Lodi di fiori rossi, di farla diventare una città tutta in fiore. Evidentemente, era il suo modo di pensare alla bellezza».

Sul Cittadino di oggi 13 giugno in edicola e in digitale un primo piano di otto pagine

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