A Lodi la cerimonia per ricordare gli internati militari: dissero no al fascismo e furono imprigionati nei campi di lavoro tedeschi - IL VIDEO

Sabato mattina L’omaggio sotto il Broletto alla targa e la consegna dei riconoscimenti in prefettura

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Lodi

Dopo l’8 settembre 1943 centinaia di migliaia di soldati italiani, abbandonati dal governo fuggito in Puglia, furono catturati dai nazifascisti. Avevano davanti a sè due opzioni: aderire alla Repubblica sociale italiana e dunque ai fascisti alleati di Hitler o rimanere fedeli al giuramento fatto al re. La maggior parte di loro scelse questa seconda strada, quella dell’onore, del coraggio e della fedeltà alla patria, e per questo motivo questi ragazzi vennero fatti prigionieri e condotti nei campi di lavoro nazisti dell’Europa continentale, dove sopportarono sofferenze inenarrabili e vennero privati dello status di prigionieri di guerra, che avrebbe almeno garantito loro i diritti collegati alla Convenzione di Ginevra. Molti morirono. Molti altri, tornarono a casa dopo anni, portandosi dentro un vissuto di sofferenze, con grande dignità, e furono i pilastri sui quali si costruì l’Italia del dopoguerra.

. A Lodi la commemorazione degli internati militari

Per anni, dopo la Seconda guerra mondiale, non si è parlato degli internati militari, anche per miopi convenienze politiche. Solo con il passare del tempo questa lacuna è stata colmata e oggi, da qualche anno, anche a Lodi l’Anei, l’associazione degli internati militari, fondata da figli e nipoti e presieduta da Luca Santi, promuove una giornata di ricordo.

Sabato mattina, 20 settembre, alle 10.30 sotto palazzo Broletto è andata in scena una cerimonia sobria ma molto intensa, con la deposizione di una corona di fiori alla targa che è stato collocata proprio per volontà dell’Anei di Lodi pochi anni fa.

Erano presenti tante autorità, tra le altre il sindaco di Lodi Andrea Furegato, il presidente del consiglio comunale Antonio Uggè e il prefetto Davide Garra.

Successivamente in prefettura sono stati consegnati i riconoscimenti alla memoria di due internati. Si tratta di Giuseppe Dadda, classe 1912, deportato in Germania dal 15 settembre 1943 fino al 5 dicembre 1944; e di Giuseppe Danova, classe 1910, deportato presso lo Stalag Hammerstein e lo Stalag Greifswald.

Il riconoscimento alla memoria di Giuseppe Dadda è stato consegnato ai parenti dal prefetto e dalla vicepresidente della Provincia di Lodi Luciana Tonarelli. Il riconoscimento alla memoria di Giuseppe Danova è stato consegnato dal prefetto ai parenti alla presenza del sindaco di Sant’Angelo Lodigiano, Cristiano Devecchi.

Prima della consegna dei riconoscimenti, il saluto e le parole di ricordo di monsignor Bassiano Uggè, vicario generale della Diocesi di Lodi. Il prefetto, rivolgendosi ai ragazzi presenti, ha chiesto di portare a scuola, tra i loro compagni, il ricordo di questa giornata e soprattutto il suo significato profondo.

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