Veronelli riscoperto dai suoi “discepoli”

S’avvertiva la mancanza di un serio studio sulla poliedrica figura di Luigi Veronelli. Il singolare intellettuale e scrittore lombardo, milanese di nascita ma bergamasco d’adozione, dall’anno della sua scomparsa (nel 2004, all’età di 78 anni) è stato trascurato fino a quando non si è costituito l’Archivio Veronelli, con annesso sito Casa Veronelli, promotore di un convegno proprio lo scorso anno. Da quell’esperienza tutta centrata sul “pensiero di Veronelli”, Gian Arturo Rota e Nichi Stefi, due suoi fedeli collaboratori, rispettivamente curatore dell’archivio e regista e produttore televisivo, hanno preso al volo l’occasione per allestire un alfabetiere veronelliano di rara intelligenza editoriale. Seguendo il dettato biografico di Veronelli, le sue battaglie, le estenuanti polemiche, le scoperte e le imprese giornalistiche e televisive, tutte volte all’individuazione e nobilitazione di una cultura materiale che l’Italia ancora non aveva come dire “istituzionalizzato” (la battaglia sulle Deco, le denominazioni comunali che per certi versi hanno rivoluzionato la produzione territoriale enogastronomica nazionale), i due autori offrono al lettore uno strumento di idee talmente feconde che spesso sembrano non coincidere con la situazione dell’Italia oggi. Eppure Veronelli è stato profondamente italiano, subendone sia il fascino sia le contraddizioni, godendo dei piaceri del cibo, del vino e della mente (le sue letture raffinate come gli ascolti musicali sono leggendari, non meno della sfrenata convivialità), anticipando anche per l’uso dei media gli odierni food-blogger che affollano web e tv.

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GIAN ARTURO ROTA - NICHI STEFI, Luigi Veronelli, Giunti/Slow Food editore, Firenze-Bra 2012, pp. 320, 16.5 euro

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