Vallentin “pennella” il genio di Picasso

La biografia picassiana di Antonina Vallentin sembra percorrere e aggiornarne un’altra celebre dedicata al grande pittore spagnolo: quella scritta agli albori della sua carriera da Gertrude Stein, così decisiva per la sua affermazione nel gotha dell’arte del XX secolo. Vallentin, per indole, gioia intellettuale e per la raffinatezza cosmopolita dei suoi costumi, sembrò immediatamente adatta a raccontare, peraltro in presa diretta, la vita di Picasso. Fino al 1956, perché l’anno successivo la scrittrice venne improvvisamente a mancare. Nulla, a scorrere le pagine di Picasso, tradotte da Renzo Federici, sembra lasciato al caso. L’imprevedibilità dell’arte e della pittura picassiane sono scandagliate in tutti i periodi: dall’influenza paterna al citato rapporto con Stein, dalla rivoluzione cubista ai periodi blu e rosa allo scandalo di Guernica. Come non sono taciuti aneddoti ed episodi più o meno gratificanti. Resta su tutto però la grandezza dell’artista, che fino al 1973, anno della morte, seppe rinnovarsi.

Antonina VallentinPicassoCastelvecchi Editore, Roma 2015, pp. 376, 25 euro

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