Una giovane donna e un ignoto destino

Una giovane donna senza nome si lascia attraversare da immagini e figure del passato, della sua infanzia, durante un viaggio in tram verso un appuntamento obbligato e temuto con i servizi segreti del regime di Nicolae Ceausescu: è il viaggio attorno cui ruota romanzo Oggi avrei preferito non incontrarmi di Herta Muller, premio Nobel per la letteratura nel 2009, pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Margherita Carbonaro. La scrittrice romeno-tedesca, che è stata pedinata, aggredita e ha subito tanti interrogatori per essersi rifiutata di collaborare con i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, in questo libro di grande forza evocativa, considerato una delle sue prove più importanti, racconta la follia del totalitarismo e la forza di una donna che non vuole rinunciare alla felicità. Attenta ai dettagli e alla profondità delle parole, Muller, nata nel 1953 nel villaggio di lingua tedesca di Nitzkydorf, nel Banato rumeno, al confine fra Serbia, Romania e Ungheria, trasforma il tragitto in tram in una città rumena di questa donna, convocata «giovedì alle dieci in punto», in un viaggio pieno di poesia. «Certe cose diventano brutte solo quando se ne parla. Io mi sono abituata a tacere in tempo, eppure è quasi sempre troppo tardi, perché voglio impormi per un poco» racconta. La memoria è un modo di resistere, è un modo per ritrovarsi, per non impazzire anche se i ricordi a volte sono terribili. Come quello della giovane amica Lilli, uccisa alla frontiera con l’Ungheria, mentre tentava di fuggire dal paese. Come Paul, offuscato dall’alcol a cui non sa rinunciare. C’e soprattutto l’angoscia contro cui deve combattere la protagonista: «Vengo convocata sempre più spesso».

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HERTA MULLER, Oggi avrei preferito non incontrarmi, Feltrinelli, Milano 2011,

pp. 190, 16 euro

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