Un duello tra autori sulla “Beatlesmania”

I 50 anni dall’uscita, il 4 ottobre del 1962, di Love me do, primo singolo (che allora si chiamava 45 giri) dei Beatles, hanno fatto scatenare l’editoria di mezzo mondo. Anche l’Italia sta avendo la sua parte, perché la notorietà dei quattro ragazzi di Liverpool che sconvolsero e rivoluzionarono la musica e i costumi negli anni Sessanta è troppo grande per poter scavalcare come nulla fosse l’atteso anniversario. Una delle uscite più originali è quella “inventata” da Massimo Vitta Zelman della Skira che, nella sua collana “Storie”, ha commissionato all’ex dirigente della Telecom e organizzatore culturale Andrea Kerbaker e all’architetto, musicofilo e critico Alberto Tonti un libretto che nella testa dell’editore e degli autori si è trasformato in un rapido botta e risposta epistolare, con epilogo finale proprio dello stesso Zelman. Il contendere è l’amore per i Beatles e per la loro musica, scandito dalla distanza di anni che separa i due autori: Kerbaker è nato all’inizio degli anni Sessanta, Tonti è coetaneo dei due Beatles sopravvissuti. È esilarante come Ringo venga emarginato, lasciando a McCartney la caratura di ultimo “beatle” vivente, mentre il batterista ultimo arrivato ebbe molta importanza nello scavare la ritmica e il sound poi definitivo del gruppo, come la sua passione per il cinema travalica anche gli sperimentalismi underground dello stesso McCartney. Con un linguaggio rapido, secco, senza paludismi gergali da iniziati, i due autori duettano a fil di fioretto, ma con reciproco rispetto; a Tonti però spetta più la prospettiva storica, mentre a Kerbaker è lasciata forse l’ultima parola.

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ANDREA KERBAKER E ALBERTO TONTI, Let it Beatles, Skira editore, Milano 2012, pp. 78, 13 euro

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