Quei “grazie” di Sacks verso i propri lettori

Il testamento intellettuale di Oliver Sacks, il geniale neurologo di Risvegli, non si è esaurito con la pubblicazione della sua autobiografia In movimento, pubblicata poche settimane dopo la sua morte. Al contrario, e con grande rapidità, sono stati raccolti e fatti uscire sotto il titolo di Gratitudine, anche in Italia dall’Adelphi, gli ultimi suoi quattro scritti. Redatti per il «New York Times» tra il 2013 (appena Sacks apprese che il male che l’affliggeva era diventato incurabile) e la fatale estate del 2015, questi articoli rappresentano, anzi “sono” per come li aveva concepiti l’autore, il suo congedo dai suoi affezionati lettori. Infatti, rilevante e ancora da studiare è stato il rapporto tra il medico–scrittore e le sue migliaia e migliaia di affezionati fans. Proprio guardando a loro, mischiando letteratura e autobiografia, senza più infingimenti e filtri – in questo modo il suo “outing” fu immediatamente derubricato a margine della sua vita –, Sacks osserva con partecipe distacco la fine della sua esistenza dando ancor più “gas” al proprio desiderio di vivere.

Oliver SacksGratitudineAdelphi Editore, Milano 2016, pp. 58, 9 euro

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