Omicidi e segreti nelle vie di Vienna

Un giallo sembra annidarsi nella Vienna postbellica. Anni Venti, la guerra poi non è così lontana, l’impero asburgico è a pezzi ma la capitale austriaca è ancora fucina delle migliori menti scientifiche e artistiche dell’Ottocento e Novecento: psicanalisi, architettura, e secessionismo, logica e politica, teatro e cinema espressionista. Dodecafonia e atonalità sono parole all’ordine del giorno. Un laboratorio di idee chiuso in una sola città e pronto ad esplodere nel mondo. La detonazione pare però rimandata e sospesa per un evento minimo: la misteriosa morte per suicidio dell’attore di corte Bischoff, sposato con Dina, a sua volta ex fugace amante del Barone von Yosch, accusato dal fratello di lei, Felix, dell’ omicidio del cognato, è l’antefatto di questa rapidissima discesa agli inferi dell’animo umano. Leo Perutz, scrittore praghese di lingua tedesca, fa riemergere dagli abissi dell’inconscio una storia torbida che annebbia menti ed esistenze: all’apparenza antica, rimandata alla vicenda di un pittore fiorentino del tardo rinascimento reso pazzo dall’esser venuto in contatto con una sostanza psicotropa che gli fece scoprire il cosiddetto rosso trommatico, il colore dell’Apocalisse. E chi cercherà di risolvere il caso si troverà di fronte ad una scia di suicidi. Tutti senza spiegazione. Fino all’epilogo finale in auto confessione. Con tanto di nota d’autore che spegnerà ogni illusione di rinascita spirituale. Non solo per l’aristocratico ex ufficiale dell’esercito. Ma per tutti.

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LEO PERUTZ, Il Maestro del Giudizio universale, Adelphi, Milano 2012, pp. 192, 18 euro

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