Nell’Italia perduta di Raffaele La Capria

Romanziere raffinato, teorico della cosiddetta “bella giornata”, acuto polemista e scrittore di grande respiro civile, Raffaele La Capria a più di novant’anni – è nato a Napoli nel 1922 – va pubblicando libretti sempre più smilzi che raccolgono o articoli apparsi soprattutto su quotidiani o esercizi di stile. Ultimi viaggi nell’Italia perduta si contempla nel primo caso contenendo una serie di scritti come detto d’occasione che però riletti di fila l’un con l’altro sembrano mostrare un unico filo conduttore: il rimpianto civile, espresso in chiave perlopiù autobiografica, di un Paese ormai definitivamente corrotto. Un’Italia che più da viaggiare è viaggiata da spinte populiste e consumistiche che l’hanno corrotta fin nelle midolla. La Capria lo dice con chiarezza e lo dice con estremo garbo andando a ricordare la sua giovinezza, i suoi incontri, Malaparte, Visconti, Moravia, la Morante, Norman Douglas; le sue isole Capri Ischia Procida; i suoi amici, Francesco Rosi, Patroni Griffi; e tutto un mondo ormai definitivamente sepolto dalla società ma non dalla letteratura.

Raffaele La CapriaUltimi viaggi nell’Italia perdutaBompiani, Milano 2015, pp. 190, 13 euro

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