Nelle favole di De Luca la salvezza è nel mare

Salvata dai delfini, Irene appartiene al mare e solo nell’acqua riesce a esprimersi e a essere se stessa. È lei, ragazzina, orfana su un’isola greca, raccolta su una spiaggia dopo una burrasca e già incinta a 14 anni, la protagonista del racconto che apre l’ultimo libro di Erri De Luca, che include altre due avventure di mare. Di giorno Irene vive sulla terraferma, dove la considerano sordomuta, in «una stanza che era di stalla per l’asino», e a tarda sera si tuffa nel mare e raggiunge la sua vera famiglia, i delfini, che comprendono il suo linguaggio. «Va a nuotare di notte, anche d’inverno. Neanche la burrasca la mantiene a terra. Non usa il fuoco, mangia crudo anche il pesce» racconta De Luca. Lo scrittore immagina che la ragazza affidi la sua storia a uno straniero di passaggio in questo libro un po’ strano, che lo stesso De Luca ha definito «una favola marina» e nel quale è forte anche la ricerca di una spiritualità semplice. E il mare diventa metafora di salvezza anche nelle altre due storie, più brevi, del libro: Il cielo in una stalla e Una cosa molto stupida.

Erri De LucaStoria di IreneFeltrinelli editore, Milano 2013pp. 109, 9 euro

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