L’elegante Bortolotto delle note multicolori

Da qualche tempo la produzione militante e critica di Mario Bortolotto, fine musicologo versato all’interpretazione della contemporaneità e delle sue radici più profonde e oscure (da Wagner alle “fasi seconde” di Stockhausen e sodali), va infittendosi: ciò tra ripensamenti e riscritture di libri fino alla semplice, all’apparenza, raccolta di articoli. Ed è proprio questa situazione che lo vede in prima fila nell’edizione che ha collezionato in Fogli multicolori, in cui Bortolotto mappa a suo mondo il proprio credo artistico, musicale e intellettuale. Le “corrispondenze” diventano “multicolori” e con i fogli richiamati nel libro rivelano la provenienza dei pezzi dal quotidiano di Giuliano Ferrara. Ma se è la sede di pubblicazione a dare forma all’articolo, il contenuto volge l’attenzione alla biografia dell’autore. Gli incontri, dal citato Stockhausen (che apre e chiude il volume) passando per Mahler, Debussy, Stravinsky e Bartok, originano sentieri e indirizzi che sono la cifra dell’eleganza di scrittura e ascolto di Bortolotto.

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Mario Bortolotto, Fogli multicolori, Adelphi, Milano 2013, pp. 378, 30 euro

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