Le parole di Leopardi, i segreti svelati dal pc

Da “abominoso” a “scapigliato”, da “drudo” a “sfolgorare”, passando per “erbaiuolo”, “pargoleggiare” e “vecchierello”: sono 9.852 i vocaboli di base usati da Giacomo Leopardi (1798-1837) nelle sue poesie. Questi lemmi hanno dato vita a 20.791 forme lessicali, per un totale di 148.500 occorrenze di parola presenti nell’intera produzione in versi del poeta di Recanati. Sono questi i numeri che, grazie all’analisi del computer, emergono da questo “vocabolario” compilato dal professore Giuseppe Savoca, ordinario di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Catania e direttore del Centro di informatica letteraria. L’opera è il primo esempio di un nuovo tipo di vocabolario speciale, caratterizzato da una assoluta esaustività lessicografica e dalla precisione derivante dall’uso dell’informatica.

___________

G. SAVOCA, Vocabolario della poesia di G. Leopard i, Olschki, Firenze 2011, pp. 519, 78 euro

© RIPRODUZIONE RISERVATA