La vita a tutto tondo: Brodskij “conversa”

Uno dei passaggi cruciali di un libro come Conversazioni di Iosif Brodskij è quello in cui al lettore sembra di entrare nella sua stanza definita in modo inedito “creazione straordinaria”. D’altronde nemmeno un secolo prima, dalle stanze di Van Gogh a quelle di Marcel Proust si consumavano affetti e tragedie ancora non istituzionalizzate in musei e dimore storiche. E la casa di Brodskij era tutt’altro, mobile com’era il suo stesso residente (Urss, Stati Uniti, soggiorni veneziani e l’Italia “incurabile” dai raffinati editori e traduttori). E infatti la vita di Brodskij può essere letta come una partitura jazz, sincopata e improvvisata, quando al contrario la sua poesia pare sprigionata da un meccanismo a orologeria di assoluta precisione. Ma da quest’ascolto si possono capire molte cose:«durante la serata ha messo Bach, trio francese jazz che suona Bach, Mozart, Didone e Enea di Purcell». Così a gamba tesa, con la musica di Jacques Loussier e del suo trio, si entra in uno dei libri cruciali di questo ultimo scorcio di anno. E lo si fa conversando. Di vita, e di poesia.

Iosif BrodskijConversazioniAdelphi Editore, Milano 2015, pp. 316, 20 euro

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