Il viaggio di Nick Cave, diario di una rockstar

Leggendo questo libro, quasi un diario pubblico, non si può pensare a Nick Cave come solo un cantante e musicista rock. In verità già da tempo l’australiano di stanza a Brighton aveva dato saggio delle sue dote letterarie, licenziando romanzi e scrivendo sceneggiature e interpretando film. Ma, al di là dei tratti poetici di molte delle sue canzoni, in The Sick Bag Song (la Sick Bag è il sacchetto che si dà ai passeggeri d’aereo nel caso si fosse colpiti da nausea), a farla da padrone sembra l’improvvisazione: la capacità di fissare flussi di pensiero che si raggrumano sia sulla memoria sia sull’attualità. Quindi si vede il leader dei Bad Seeds ragazzo e adulto, correre per i campi e attendere al telefono la risposta della moglie lontana. Cave è in tournée con la sua band e a ogni scalo coglie le sensazioni che questi spostamenti continui provocano. Ed è tutto molto rapido, molto avvertito dallo scrittore-cantante come un qualcosa di provvisorio: e lui sa bene quanto il successo arrida solo nell’attimo in cui è passato. Meglio dunque fissare quei momenti su carta, straccia vile e volante. Forse questa è la vita.

Nick CaveThe Sick Bag SongBompiani Editore, Milano 2016, pp. 176, 17 euro

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