Il dossier di Dogheria indaga l’arte di strada

Dalla prospettiva critica, l’uscita nelle monografie di «Art e Dossier» di Street Art a cura di Duccio Dogheria, consente di affrontare per la prima volta in un periodico a larga diffusione uno dei fenomeni artistici che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni: dai magnifici Basquiat e Haring fino al misterioso Bansky che fa ammattire più di una amministrazione cittadina con le sue apparizioni improvvise. Anche se gli antecedenti sono tanti e tali da farli risalire ai dipinti rupestri preistorici. Detto questo: non si toglie dal campo anche l’accusa fatta ai cosiddetti graffitari o writer che senza alcun tipo di criterio imbrattano le città. Ma la Street Art non è questo, bensì l’espressione, prevalentemente urbana e metropolitana, di comunicare attraverso forme artistiche non convenzionali, sebbene poi l’uso tra i materiali di bombolette spray ricalchino metodi vicini ai grandi murales civili di fine Ottocento e prima metà del Novecento. Naturalmente, ed è l’autore a indicare la strada, c’è qualcosa sempre di “seducente” in questa nuova arte.

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Duccio Dogheria, Street Art, Allegato a Art e Dossier numero 315, Giunti editore, Firenze 2014, pp. 52+96, 5.90 euro

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