I viaggi di Trabucchi, finestra sul mondo

Curioso il destino postumo di Antonio Tabucchi, diventato ancor più punto nodale per comprendere come si può scrivere in modo chiaro e civile in tempi non propriamente luminosi come i recenti. È stato scrittore, saggista, traduttore, d’origine toscana ma culturalmente europeo, spostato tra la Francia e il Portogallo, ma vocato ad essere cittadino del mondo. Ora giunge attesa la ristampa di una raccolta di pezzi di “viaggio” uscita qualche anno fa: Viaggi e altri viaggi. Tornando alla curiosità, Tabucchi non è mai stato uno scrittore viaggiatore, definizione che lo irritava, ma ha viaggiato molto e per tutto il mondo, stringendo amicizie e avvertendo nei luoghi toccati dal suo passaggio una sorta di appartenenza “globale” al paesaggio. In questo, tenendo a mente sempre le sue predilezioni intellettuali e le affinità con poeti come Pessoa e Valery, non ci si può accorgere come l’osservazione del quotidiano esistere per Tabucchi va di pari passo con quella “civiltà del guardare” che la contemporaneità ha quasi dissolto.

Antonio Trabucchi, Viaggi e altri viaggiFeltrinelli Editore, Milano 2013pp. 268, 8 euro

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