I “fiori” di Baudelaire vicini ai giorni nostri

Lontani i tempi dei “dannati della traduzione” e delle “belle infedeli”, in cui i poeti si rifugiavano nel tradurre o inventano l’ermetismo minando letterariamente il regime fascista, s’alternano in uscita nuove e belle traduzioni di grandi classici. Soprattutto nella poesia si ritrova lo spirito del tempo e del desiderio di rendere nuovamente collocabili nella contemporaneità e nella comprensibilità tali classici. È il caso de I fiori del male di Baudelaire, libro epocale che spezzò in due l’800. In libreria arriva la “giovanilistica” versione di Muschitiello, suffragata dalla prefazione del Priore di Bose Enzo Bianchi (sono lontani i tempi in cui Baudelaire scandalizzava) e che ha il merito di rendere il testo più vicino al linguaggio d’oggi, senza sbavature ma mantenendo la forma originaria.

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C. BAUDELAIRE, I fiori del male (a cura di N. Muschitiello) BUR Rizzoli, Milano 2012, pp. 412, 9 euro

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