I cento anni di “capitan Salgari”

Per la ricorrenza della scomparsa del grande scrittore d’avventura escono ristampe, biografie e saggi

Ogni anno si celebra un centenario o un anniversario. Ogni Paese cerca così di ripensare la propria storia e tradizione attraverso il ricordo di un accadimento o la celebrazione di un personaggio. L’Italia non è da meno. Anzi, come ammoniva Lino Micciché, profondo conoscitore di cinema e dell’Italia già a noi lontana e meno contemporanea (del compromesso storico e della prima repubblica e di uno scorcio, peraltro ancora abbozzato, della nascente seconda), gli anniversari di grandi artisti e personaggi servono soprattutto a rievocarne criticamente l’opera. Così si sta facendo per Emilio Salgari all’approssimarsi del giro di boa dei cento anni della morte (il 25 aprile del 1911 lo scrittore si diede la morte in modo atroce e terribile) e all’immediato countdown dei 150 anni della nascita, avvenuta a Verona il 21 agosto del 1862. Ed è proprio questa l’occasione per mettere a fuoco i cent’anni di critica, di quella critica che fece precipitare lo scrittore verso l’abisso personale e in un imbuto temporale ben rappresentato dai ricordi d’infanzia di Elena Croce e Letizia Svevo, la prima bacchettata da “Don Benedetto” che non sopportava la lettura dello «sgrammaticato» romanziere, la seconda invece avvertita dal padre con delicatezza della scomparsa del suo autore preferito per non turbarla. Odiosamato, infatti, era Salgari. Tutti lo leggevano, ma nessuno, tra gli intellettuali che contavano, lo ammetteva nel “pantheon” dei grandi, anzi grandissimi di quel crogiuolo di pre-avanguardismo sociale, religioso, tecnico ed economico che fu l’Italia di fine Ottocento-inizio Novecento. Se ne accorse però Spadolini che lo collocò negli «uomini illustri che costruirono l’Italia». Eppure moltissimi erano i “salgariani”, di tutte le ore. Più o meno “clandestini”, mai però profughi della sua opera: cento e più romanzi e racconti e poi, fino agli anni Quaranta incrementati dai cosiddetti “falsi” allestiti su trame inedite da “n

egri” fiduciari dei figli Omar e Nadir, fino alle edizioni degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso (assoluta di riferimento è l’edizione annotata Spagnol–Turcato per Mondadori, rieditata tra il 2010 e il 2011 in edicola al pari di un’altra collana che “clona” le edizioni originali. Mentre non smettono di stupire le “scoperte” e “riproposizioni” della Viglongo Editrice). Suscitatrici di febbri e nevrastenie, le avventure di Salgari trovano una sponda assolutamente foriera di novità che travalica l’ambito di specialisti, distinti tra ortodossi ed eretici nel seguire le orme del “capitano”, in un mannello di libri – biografie storiche e romanzate, ma anche collazioni di articoli e dvd e riscritture d’autore, soprattutto – che provocano un’ondata di entusiasmo, a star alle vendite, anche nelle nuove generazioni. D’altronde, né Einaudi né Mondadori hanno smesso di pubblicare nei loro tascabili Il Corsaro nero o I Misteri della giungla nera o ancora l’imminente Sandokan (Oscar Mondadori, 2011, pp. 1008, 17 euro), trilogia di romanzi, con protagonista la Tigre della Malesia, accompagnata dal viatico di Antonio Franchini e ospitante due contributi di Ferruccio Parazzoli e di Vittorio Sarti, il migliore bibliografo salgariano in circolazione. I cicli completi della jungla e dei pirati della Malesia trovano però ospitalità nel Mammut, curato da Sergio Campailla per la Newton Compton (Tutte le avventure di Sandokan, 2011, pp. 2208, 19,90 euro). Tra le biografie spuntano le ristampe di Emilio Salgari. Il padre degli eroi (Viglongo, 2010, pp. 224, 22 euro), redatta all’altezza del ’77 da Giovanni Arpino e quanto dei tigrotti c’è nel coevo Azzurro tenebre, e da Roberto Antonetto e di La tempestosa vita di capitan Salgari (Neri Pozza, pp. 256, 16 euro) di Silvino Gonzato. Quest’ultimo curatore anche di Una Tigre in redazione. Le pagine sconosciute di un giornalista d’eccezione, miscellanea di articoli di Salgari che accompagnano il documentario di Marco Serrecchia, Capitan Salgari, tutto raccolto in un cofanetto della Minimum Fax (libro + dvd euro 22). Ma, le due migliori uscite restano per la loro specularità e complementarità storica e di fiction Emilio Salgari. La macchina dei sogni (Bur, pp. 490, 12 euro) di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi e Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano Salgari (Einaudi, pp. 188, 19,50 euro) di Ernesto Ferrero.

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