Gianni Croce, scatti dal “secolo breve”

Pochi giorni fa si è dato conto della mostra dedicata al fotografo piacentino, ma lodigiano di nascita, Gianni Croce. Una vera sorpresa, personaggio e artista circonfuso da un alone leggendario in quel del capoluogo emiliano, poco o nulla resta al contrario di lui e della sua lodigianità. Notizie poche, se non la frequentazione di scuole tecniche e l’importante apprendistato con Giuseppe Marchi, uno dei più grandi artisti della fotografia degli anni venti. Il trasferimento e l’apertura di bottega a Piacenza nella seconda metà degli anni venti e il cenacolo di artisti e intellettuali, soprattutto pittori (com’era quasi per secondo e sporadico mestiere lo stesso Croce), gli consentì di aprire il suo geniale sguardo d’osservatore sulla realtà del suo tempo e sui movimenti d’avanguardia più avanzati ed europei. Questo volume curato da Benito Dodi, infatti, consegna Croce e le sue fotografie (nell’immagine un clic) a una suggestiva corona teorica che lo inserisce,non solo, tra i grandi della fotografia del suo tempo, ma anche tra quegli artisiti che hanno esaltato il loro genius loci.

Gianni Croce ArchitettureA cura di Benito DodiGM Editore, Piacenza 2016, pp. 160 s.i.p

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