Come “misurare” il successo online

Internet è il più misurabile dei media, tuttavia la mancanza di metriche condivise è uno scoglio contro cui chi pianifica iniziative attraverso i social media si scontra quotidianamente. Il pericolo è quello di usare in modo scorretto gli indicatori come il tanto mitizzato Roi (Return On Investment) o di finire per collezionare una serie di dati numerici che si rivelano vuoti perché privi del contesto di riferimento, oltre che spesso incomprensibili per i manager che hanno poca familiarità con la Rete. Questo saggio di Vincenzo Cosenza cerca di mettere a fuoco alcuni punti fermi, dalla diffusione dei social media in Italia fino agli strumenti per strutturare programmi di attività coerenti con le strategie delle aziende, comprese le testate giornalistiche.

Vincenzo Cosenza ha alle spalle una lunga attività di ricerca e pratica quotidiana nel campo della comunicazione sui social media. I suoi lavori sono stati ospitati su Wired, Newsweek e Le Monde. Ha creato il primo osservatorio Facebook italiano e la Mappa mondiale dei social network, ha un blog seguitissimo, vincos.it, da poco responsabile della sede romana di Blogmeter.

«Spesso l’uso che si fa di questi nuovi servizi di rete è strumentale e tattico. Si cerca di plasmare i media sociali usando vecchie pratiche, non cogliendo le opportunità di relazione che offrono - scrive Cosenza -. Chi ha questo atteggiamento parla di ritorno sull’investimento con la pretesa di voler trasformare improvvisamente i fan in acquirenti, senza aver ben chiaro il processo che potrebbe determinare questa circostanza. Si tratta di un processo che richiede necessariamente la capacità di dare, prima che ricevere, unita ad un’attenta pianificazione. Tutte le attività sui social media devono essere

coerenti con i più ampi obiettivi di business e misurabili in riferimento a essi. Ma la misurazione non è attività da svolgere ex post - precisa l’esperto -. Necessita di un framework di riferimento in grado di guidare l’analista e il social media manager nell’esecuzione del social media plan». «Sicuramente il libro è rivolto anche all’editoria - spiega Cosenza - può aiutare a comprendere meglio l’impatto della rete sull’attività giornalistica e il nuovo modo di interagire dei consumatori/utenti. Per capire la Rete bisogna fare dei passi all’interno dell’azienda, diffondere la consapevolezza di questo mezzo e stabilire delle policy di comportamento non punitive ma condivise, per non trovarsi travolti da questo ciclone e non solo economicamente».

Il primo capitolo di questo saggio accurato e supportato da dati concreti e interpretazioni dinamiche, propone una guida ai cambiamenti prodotti dai social media mentre nel secondo capitolo Cosenza entra nel vivo della creazione di una cornice per la misurazione dell’impatto dei social network, facendo la differenza tra le metriche specifiche di piattaforma (like, retweet, commenti, etc) e quelle di business. Il saggio si sofferma poi «sull’importanza delle persone quale fattore critico di successo», sul social media listening («l’ascolto») ed approfondisce i sistemi di misurazione di ogni piattaforma che permettono di comprendere l’andamento delle proprie attività sui social media (come Facebook Insights, Twitter Analytics, YouTube Analytics). E non mancano suggerimenti per migliorare i propri risultati anche attraverso la progettazione di un social media plan. Il libro, dunque, insegna come la misurazione di obiettivi e risultati può diventare il grimaldello per migliorare il lavoro quotidiano all’interno di un’azienda ma anche immaginare il percorso che porterà fan e follower a diventare consumatori soddisfatti e, magari, sostenitori fedeli del marchio.

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