La strage di bambini nella striscia di Gaza non può lasciare indifferente il mondo

L’intervento dello storico Ercole Ongaro

La “guerra” in corso tra Israele e Hamas ha catalizzato nelle settimane scorse l’interesse e la preoccupazione di molti cittadini, che ora però si stanno assuefacendo a una tragedia che non ha precedenti per le conseguenze sui cittadini della Striscia di Gaza. Per comprendere l’eccezionalità e la gravità di quanto si sta svolgendo giorno dopo giorno, può essere efficace - al di là delle fotografie e dei filmati - considerare lo spazio territoriale in cui ciò avviene.

La Striscia di Gaza ha una superficie di 365 km²: per farcene un’idea concreta, consideriamo che la Provincia di Lodi ha una superficie di 783 km²; quindi la Striscia di Gaza ha meno della metà della superficie del Lodigiano. Ma se il nostro territorio ha 230.000 abitanti, quello della Striscia ha 2.300.000 abitanti.

Consideriamo che fin dai primi giorni dell’attuale conflitto il governo israeliano - dopo aver interrotto l’erogazione di acqua, gas e elettricità - ha ordinato agli abitanti del Nord della Striscia di evacuare le loro case e dirigersi a sud. Ciò che i gazawi hanno in gran parte eseguito, attuando un angosciante esodo di massa; quindi nella parte meridionale della Striscia - equivalente a un quarto della superficie del Lodigiano - sono ora concentrati e stipati almeno un milione e mezzo di uomini e donne. E Israele, dopo aver ridotto a macerie vaste aree dei campi profughi e del capoluogo Gaza, non rinuncia a colpire con bombardamenti anche il sud. Migliaia di vittime, presumibilmente tutte civili, in particolare donne e bambini. Complessivamente dal 7 ottobre oltre 20.000 vittime, a fronte delle 1.200 causate dall’attacco di Hamas. Diventa sempre più evidente che non siamo di fronte a una guerra contro Hamas, ma a una guerra contro l’intero popolo palestinese per costringerlo a un traumatico esodo definitivo dalla propria terra.

Israele ha come obiettivo una Striscia di Gaza senza i palestinesi: “terminare il lavoro che non è stato finito nel 1948” è l’espressione usata, senza più autocensure, da esponenti dell’estrema destra, tra cui i ministri Smotrich e Ben Gvir. Lo pensa e se lo propone anche il primo ministro Netanyahu, che però non può dirlo esplicitamente ai leaders politici, europei e statunitensi, che sono andati a confermargli la solidarietà per il massacro del 7 ottobre e a riconoscergli un illimitato diritto all’autodifesa. Il diritto all’autodifesa non può fare strage della popolazione civile, donne e bambini in primo luogo, presumendo che tra loro si nascondano anche dei guerriglieri di Hamas. Colpire la popolazione civile, scuole e ospedali, per raggiungere un obiettivo militare è terrorismo, anche se nella storia ne vengono chiamati a rispondere davanti alle Corti internazionali di giustizia soltanto i vinti, mai i vincitori.

Ma davvero qualcuno crede che l’esistenza di Israele sia in pericolo? Israele ha l’esercito più potente del Medio Oriente, è l’unica potenza nucleare della regione, dispone dell’aviazione più moderna e blasonata, ha vinto tutte le guerre dei suoi 75 anni di storia, ha il sostegno di Stati Uniti e Unione Europea.

Il mondo assiste in silenzio a una carneficina la cui efferatezza è pari a quella dei combattenti di Hamas, ma la cui dimensione è incomparabile e il cui obiettivo è una inaccettabile pulizia etnica. L’opinione pubblica internazionale altre volte ha fatto sentire la propria voce e ha costretto i governanti a cambiare strategia di azione. Ma in questo caso è frenata dalle ricorrenti accuse di antisemitismo che i filoisraeliani scagliano: ma criticare la politica israeliana e il sionismo colonialista non è antisemitismo.

Il 28 dicembre il calendario liturgico fa memoria dei “Santi Innocenti”, vittime della strage di bambini ordinata da Erode nell’intento di uccidere il neonato “re dei Giudei”. Una strage di bambini innocenti è in corso dal 7 ottobre in Palestina, ma il mondo tace, lasciando il governo israeliano assolutamente libero di decidere il momento di “cessare il fuoco”. Libero di fare strage di innocenti, considerati “danni collaterali”. Uno striscione esposto in una via di Milano invita a “stare in silenzio quando i bambini dormono, non quando vengono uccisi”.

Ercole Ongaro - Lodi

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