La “ricetta” di Legambiente contro l’inquinamento

Dopo la pubblicazione del report nazionale “Mal’aria”

Il report nazionale “Mal’aria di città” di Legambiente focalizza la sua attenzione sull’inquinamento atmosferico nelle città capoluogo di provincia: sono 18 le città italiane che nel 2023 hanno sfondato il limite previsto (dalla direttiva europea del 2005) per il PM10 di 35 giorni con una concentrazione media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Tra queste Lodi, al tredicesimo posto sui 105 capoluoghi, con 43 giorni di superamento nella centralissima centralina di viale Vignati. Dove ci sono le mitiche rotatorie che avrebbero dovuto ridurre traffico e inquinamento.

L’Italia è la prima in Europa per le conseguenze sanitarie dell’inquinamento, perché l’inquinamento è più alto dove la popolazione esposta è maggiore, basti pensare alle città della pianura padana. L’Agenzia europea per l’Ambiente stima che siano state circa 47mila le morti premature a causa delle elevate concentrazioni di PM2.5 registrate nel nostro Paese nel 2021. Un numero intollerabile di decessi che si ripete di anno in anno: come una pandemia che si ripete da decenni.

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Nell’ambito del Piano d’azione “Zero Pollution” del Green Deal europeo, infatti, la Commissione europea ha fissato l’obiettivo entro il 2030 di ridurre il numero di morti premature causate dal particolato fine (PM2.5, un inquinante atmosferico chiave), di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005, con lo scopo di poter respirare aria meno inquinata, più vicina ai limiti sanitari previsti dall’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS), la metà cioè di quelli previsti dalle vecchie norme previste dall’Europa nel 2005. Ma il governo italiano e la regione Lombardia hanno manifestato spesso l’intenzione di voler rimandare il più possibile l’applicazione di limiti più stringenti ed ha provato a inserire deroghe e clausole per poter giustificare i propri ritardi.

Il prossimo 19 febbraio la campagna europa di Legambiente “Clean Cities” farà tappa a Lodi. Per il nostro circolo Legambiente sarà l’occasione per ribadire ciò che andrebbe fatto per dimezzare l’inquinamento a Lodi:

1.spegnere progressivamente le stufe a biomasse e le caldaie a gas per il riscaldamento e sostituirle con pompe di calore alimentate con elettricità rinnovabile, costituendo al più presto la Comunità Energetica Rinnovabile Lodi Solare. Invece di aprire nuove caldaie a gas come ha fatto A2A dietro il Tribunale.

2.limitare il traffico di auto e veicoli a combustione in centro città, per incentivare l’uso della mobilità ciclo-pedonale (il centro di lodi si attraversa a piedi in meno di 15 minuti!): altro che realizzare centro commerciali in centro, raggiungibili solo in auto.

3.far funzionare a dovere i treni di TreNord e rendere più accessibile la stazione di Lodi, anche con servizi di autobus elettrici, parcheggi anche per veicoli in sharing e a nolo (dal monopattino alle auto elettriche) per evitare che la gran parte dei pendolari usi l’auto per andare al lavoro.

E in provincia? Stop a logistica industriale irraggiungibile dalle linee ferroviarie e stop ai fanghi, all’inquinamento da nitrati dell’agricoltura industriale e degli allevamenti intensivi.

Circolo Legambiente LodiVerde APS

Lodi

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