CENTRALE Sensazione di impotenza e delusione di fronte alla foto pubblicata dal Cittadino il 29 dicembre

La lettera di Osvaldo Folli

Caro direttore,

c’è un’immagine di questo fine/inizio anno che merita di essere ricordata come “foto dell’anno”. Più di tante parole, ci fa capire cosa s’intende per “questione ambientale” nel Lodigiano. È la foto-ricordo apparsa su questo giornale il 29 dicembre scorso con tutti gli amministratori comunali, provinciali e regionali, schierati a ventaglio, che festeggiano la firma dell’accordo con Ep Produzione per l’entità dei risarcimenti economici e le contromisure ambientali riconosciute al territorio, dovuti per l’ammodernamento della centrale elettrica di Tavazzano/Montanaso. Le facce sono di persone soddisfatte per aver spuntato qualcosa come 14 milioni di euro, non noccioline. Forse non si poteva ottenere di meglio ma, naturalmente, il problema non è questo. Da semplice cittadino, la sensazione che rimane impressa davanti a quell’immagine è d’impotenza, delusione e amarezza per quello che poteva essere e non è stato.

Le premesse, infatti, erano ben diverse. Occorre fare un salto a ritroso e tornare all’inizio del 2019 quando «il Cittadino» rendeva pubblico che in Provincia giacevano da qualche tempo alcune domande di rinnovamento e di potenziamento delle due centrali elettriche di Tavazzano/Montanaso e Turano/Bertonico. Una notizia fino ad allora tenuta nascosta all’opinione pubblica. Subito ci furono delle decise prese di posizione contrarie a tale prospettiva da parte di tanti amministratori pubblici, comitati e associazioni ambientaliste di varia natura. Ma, bastarono pochi giorni perché le posizioni oltranziste scemassero rapidamente e l’attenzione si spostasse rapidamente sui “congrui risarcimenti”, lasciando facilmente intuire quale sarebbe stato l’esito finale della “battaglia”. Ora, senza inoltrarci in ragionamenti tecnici che non ci competono, ma limitandoci a riportare il parere di Legambiente, pubblicato sempre lo scorso 29 dicembre sul «Cittadino», apprendiamo che la qualità dell’aria a Lodi rimane pessima e ha superato il limite delle polveri sottili (PM10) per 56 giorni contro i 35 stabiliti dalla normativa europea vigente. Un dato, questo, che fa ancor più impressione se si pensa che le nuove normative allo studio prevedono di non superare 4 giorni all’anno di smog elevato.

La situazione di Lodi non è un caso isolato in Lombardia, ove Milano fa da capofila nella classifica della qualità dell’aria con livelli tornati al 2018 con ben tre mesi di aria “fuorilegge”. Che dire poi dei livelli di PM2,5 (particolato inferiore a 2,5 micron) che è riportato sui nostri cellulari e che a Lodi raggiunge da alcuni mesi livelli elevatissimi “non salutari”, con gravi effetti sulla salute di gruppi sensibili, come i molti bambini piccoli che saturano i Pronto Soccorso per problemi respiratori.

Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per non essere troppo fieri di un accordo che, se tutto va bene, ci lascerà ancora nella situazione critica attuale per la qualità dell’aria che respiriamo.

Forse sarebbe stato più salutare rinunciare ai 14 milioni di euro giacché, come scritto da Andrea Poggio (12/03/2021), «per venire incontro ai nuovi obblighi europei nella lotta ai cambiamenti climatici la quota delle rinnovabili elettriche arriverà al 70% già nel 2030», rendendo quindi superflue centrali come quella di Tavazzano/Montanaso.

Osvaldo Folli

Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA